Corriere di Verona

La lezione del prof Allegri «Sarà la sfida della paura, mediana robusta e si vince»

- M.S.

«È il derby della paura». VERONA Ex docente di letteratur­a italiana contempora­nea all’Università di Verona, tifoso e abbonato del Chievo, il professor Mario Allegri immagina un derby tattico ma anche psicologic­o. Paura, dunque, professor Allegri…

«Sì, l’Hellas deve vincere a tutti i costi, il Chievo nelle ultime dieci partite ha perso per strada moltissime sicurezze. Parliamo poi di due squadre ora molto fragili in difesa e Professore Mario Allegri, tifoso Chievo poco incisive in attacco. Ecco, le difese conteranno moltissimo. Spero che stavolta Maran, almeno nel primo tempo, giochi con Birsa dietro una sola punta e infoltisca il centrocamp­o. Magari con Rigoni o Depaoli. Perché lì in mediana, in questi due mesi e mezzo, il Chievo è sempre stato dominato dagli avversari. E nel derby vanno pure chiuse bene le corsie, dove l’Hellas spingerà molto, nonostante l’assenza pesante di Romulo».

Chi è favorito?

«Sul piano mentale, il Verona. Il Chievo, ripeto, ha smarrito parecchie sicurezze e dovrà affidarsi all’esperienza dei veterani. Sarà comunque un derby agonistica­mente cattivo. La posta in gioco è alta».

Però il Chievo adesso lavora con i Castro, Inglese e Birsa in gruppo assieme: non succedeva da tre mesi…

«Quello è molto positivo. Ma resto convinto che la testa farà molto. E poi l’Hellas gioca in casa. Diciamo ch’è un

derby vero, stavolta. Anche se il Verona è sull’orlo della B da inizio stagione e il Chievo no, quindi si parte da situazioni diverse. Ci vorrà un arbitro dal polso fermo. E, ribadisco, un bel filtro del Chievo a centrocamp­o». Punto chiave, la mediana, per lei...

«Sì, perché l’esperienza dei difensori del Chievo vale tantissimo se la mediana li copre bene, esaltandon­e la capacità di muoversi e posizionar­si bene negli spazi stretti. Negli spazi larghi, invece, gli “anzianotti” di Maran fanno molta fatica. Buone coperture del centrocamp­o si erano viste contro Napoli e Roma, ad esempio. Io farei ancora così: puntare in partenza a un pari, a non far segnare l’avversario, poi chissà, magari ti conquisti una punizione e coi tiratori che abbiamo, tipo Birsa e Giaccherin­i, piazzi la stoccata».

Chi teme del Verona?

«Kean e Vukovic. Soprattutt­o il secondo: gli slavi, in queste partite, tirano fuori una vis agonistica fortissima, lui poi avrà voglia di conquistar­si i tifosi».

È il derby in cui Maran aggancia Delneri a quota 134 panchine in A col Chievo: come lo vede, adesso, il ciclo di Maran?

«Due allenatori diversissi­mi ai quali dobbiamo essere molto, molto grati. Maran è stato bravissimo a firmare tre salvezze con la pantofola. Forse il suo ciclo si chiuderà. O forse no, se Maran finalmente batte i pugni e ottiene una campagna acquisti diversa: ci vuole un rinnovamen­to di almeno 5 giocatori, sicurament­e tra difesa e centrocamp­o, e visto che Inglese andrà al Napoli ci vorrà anche un vero attaccante da gol».

Temo Kean e Vukovic, gli slavi in queste gare hanno una forte vis agonistica

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