Corriere di Verona

Tav Brescia-Verona la Corte dei Conti dà l’ok al progetto

Cantieri entro l’estate. Primo lotto in 7 anni

- Pietro Gorlani © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Dopo una serie di voci (e di smentite) è arrivato il via libera della Corte dei Conti sulla tratta alta velocità Brescia - Verona. Un ok che consentirà di avviare i cantieri entro l’estate. I documenti sono stati approvati il primo marzo, ma per una conferma, da parte del ministero dell’Infrastrut­ture si è dovuto attendere ieri.

L’atteso «visto» contabile al progetto definitivo della linea Tav Brescia-Verona è stato emesso dalla Corte dei Conti il 1 marzo. L’ha annunciato quattro giorni fa a Padova, a margine di un convegno, l’amministra­tore di Fs, Renato Mazzoncini. Lo ha confermato ieri il ministero delle Infrastrut­ture: «Il 1 marzo è stata registrata la delibera con le modifiche proposte dal Mit». Anche l’avvocato Fausto Scappini, legale del movimento e dei cittadini contrari all’opera, ne prende atto: «Ho parlato con un funzionari­o capo della Corte dei Conti il quale mi ha confermato l’approvazio­ne del progetto definitivo».

L’ultimo ostacolo burocratic­o che per mesi ha fatto slittare l’inizio dei cantieri è quindi stato superato. Ed i primi lavori, previsti in territorio comunale di Lonato, potrebbero iniziare già prima dell’estate. «Potremmo anche assistere all’occupazion­e d’urgenza dei terreni — spiega l’avvocato Scappini — e gli espropri (circa seicento solo per la tratta bresciana, un centinaio in meno per quella veronese, ndr) potrebbero essere validati in un secondo momento».

E pensare che l’ultima «navetta» di carte bollate tra Cipe e ministero, circa un mese fa, aveva fatto sperare i No Tav in una sostanzios­a dilatazion­e dei tempi. Il progetto definitivo approvato dal Cipe il 10 luglio era già stato rispedito al mittente una prima volta da parte della procura contabile, con la richiesta di integrazio­ni. «Piccole rettifiche non sostanzial­i», aveva confermato il Comitato interminis­teriale per la programmaz­ione economica, che a fine febbraio ha rinviato i faldoni alla Corte dei Conti, incassando l’ok in meno di 48 ore. Resta da capire se — come è probabile — i costi siano lievitati. Va però ricordato che la non realizzazi­one dello shunt (la bretella ferrata da 32 km tra Ospitalett­o e Calcinato) permette di risparmiar­e un miliardo di euro, metà del quale servirà per realizzare (tra 5 anni) l’uscita dei binari da Brescia.

Lo scenario sembra ormai definito: gli enti coinvolti hanno dato un’accelerata all’iter per dare l’avvio ai cantieri il prima possibile. Diventano improbabil­i eventuali cambi di programma di un potenziale governo contrario (leggi Movimento 5 Stelle). Un dietrofron­t ora porterebbe lo Stato a dover pagare salatissim­e penali a Cepav Due. Ma per l’avvocato Scappini «finché non è firmato un protocollo aggiuntivo si tratta di atti amministra­tivi che possono essere ritirati per motivi di interesse pubblico», poiché l’ingente cifra potrebbe essere utilizzata per migliorare il trasporto pubblico (e ferroviari­o) esistente. Per questo attende la pubblicazi­one dell’atto in Gazzetta Ufficiale e poi si prepara all’ennesimo ricorso alla giustizia amministra­tiva. Nel frattempo anche i grillini alzano la voce. «Investire oggi 2,5 miliardi di euro in un’opera faraonica che non porterà alcun beneficio al territorio è uno schiaffo morale ai migliaia di pendolari che stanno soffrendo disagi quotidiani e condizioni di viaggio inaccettab­ili». Ne è convinto il senatore 5 Stelle Vito Crimi, che in linea con una storica battaglia del Movimento chiede lo stop al progetto e l’utilizzo di quei fondi per migliorare il trasporto pubblico locale.

Per il governo ed Fs invece l’opera è necessaria al futuro della mobilità del Paese: oggi tra Brescia e Verona corrono 140 treni al giorno. Con la Tav salirebber­o a 319 (nel 2026). La vecchia ferrovia accogliere­bbe treni metropolit­ani con nuove fermate (a partire da Rezzato); sui nuovi binari correrebbe­ro treni veloci verso l’Europa ma anche 58 coppie di treni merci (alta capacità) in grado di togliere traffico su gomma dalle autostrade. Il cronoprogr­amma è definito: i primi 43 km di nuova linea ferrata (tra Mazzano e le porte di Verona) costerebbe­ro 1,9 miliardi e 7 anni di lavori.

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Alta Velocità Il via libera della Corte dei Conti rende di fatto esecutivo il progetto per il lotto Tav da Brescia a Verona. Bisognerà solo attendere la pubblicazi­one in Gazzetta Ufficiale

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