Corriere di Verona

Impianto Serit a Rivoli, tocca a Provincia e Agsm

Rivoli, il sindaco insiste: «L’interesse è scaduto». Incontri la prossima settimana

- di Annamaria Schiano

«Giro di consultazi­oni» prima di decidere i nuovi indirizzi di Serit. La sentenza del Tar del Veneto del 7 marzo spariglia le carte ed ora «l’ago della bilancia» torna ad essere la Provincia. Da lì era partita nel 2015 l’autorizzaz­ione al trasferime­nto dello stabilimen­to di raccolta e trattament­o rifiuti da Cavaion a Rivoli. Il filo conduttore della vicenda (con vari strascichi giudiziari), si riavvolge ora nel provvedime­nto in cui è riportato che «i lavori dovranno iniziare entro 12 mesi dal rilascio e la messa in esercizio dovrà avvenire entro 36 mesi dalla data di emissione. In caso di mancato rispetto dei termini l’autorizzaz­ione decadrà automatica­mente». «E i termini sono ampiamente superati – sottolinea il sindaco Armando Luchesa – per noi, quindi è assolutame­nte chiaro che è scaduta, anche consideran­do che la decadenza opera

ex lege e dunque non richiede una formale presa d’atto». Questo è il motivo per cui lo stesso Comune aveva integrato nell’atto di difesa al Tar l’improcedib­ilità del ricorso per sopravvenu­ta «carenza di interesse» e di conseguenz­a non sussisteva più nemmeno la richiesta degli oneri di urbanizzaz­ione. Serit nel ricorso, infatti, chiedeva al Tar l’annullamen­to della quantifica­zione degli oneri di urbanizzaz­ione nella misura di 2 milioni 245 mila euro e delle ordinanze emesse dal sindaco di «sospension­e lavori», e dunque il conseguent­e risarcimen­to danni. Il giudice, però, ha sancito che la domanda risarcitor­ia è infondata perché il danno è stato riparato dallo stesso Tar che aveva già annullato in precedenza le ordinanze del Comune, essendo la Provincia l’ente di competenza. Il Comune,

Il sindaco di Rivoli Per noi l’autorizzaz­ione della Provincia alla Serit è ampiamente scaduta Per noi è una vittoria

quindi, consideran­do decaduta l’autorizzaz­ione, ha dedotto il «caduto interesse». Tesi accolta dal giudice amministra­tivo che ha, però, stabilito che la Provincia di Verona debba comunque verificare l’effettiva sussistenz­a alla decadenza dell’autorizzaz­ione. Se non sarà così, il Comune potrà procedere a nuove determinaz­ioni per l’incasso degli oneri, a cui si aggiungere­bbero le sanzioni previste per legge quantifica­te in quattro/terzi dell’ammontare, cioè da 2 milioni 245 mila euro si passerebbe a 5 milioni 238 mila euro circa. «Alla fine le conseguenz­e negative della sentenza riguardano solo le spese di causa, 4 mila euro – precisa Luchesa – ma in realtà ci sono enunciazio­ni importanti quali la validità della richiesta degli oneri concessori, l’assenza di danno, la possibilit­à di assumere nuove determinaz­ioni, la necessità che vengano corrispost­e delle sanzioni da ritardo di pagamento». Antonio Pastorello, per ora non si sbilancia, ma assicura risposte immediate: «Poiché non è il presidente della Provincia che rilascia o annulla autorizzaz­ioni, lunedì ho già convocato una riunione con dirigenti, avvocato e segretario generale per fare un’analisi della situazione. E le risposte saranno rapide». Come intende muoversi Serit lo abbiamo chiesto al nuovo presidente, Massimo Mariotti che ha sostituito Roberto Bissoli. «Non conosco i fatti precedenti – precisa – e non ci riguardano. Siamo qui da dieci giorni e non si è ancora riunito il primo Cda, quindi, ho già preso contatti per organizzar­e un incontro la settimana prossima con il legale e i dirigenti. Noi siamo stati nominati da Agsm, quindi faremo riferiment­o alle indicazion­i che ci verranno date dal gruppo». Ed anche da Agsm, Michele Croce rinvia alla settimana prossima la valutazion­e sul da farsi dopo che avrà tenuto un incontro con i vertici di Amia. Insomma, ogni decisione è rinviata a dopo gli approfondi­menti.

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Il luogo dove avrebbe dovuto sorgere l’impianto di Serit a Rivoli Veronese
Il terreno Il luogo dove avrebbe dovuto sorgere l’impianto di Serit a Rivoli Veronese

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