Corriere di Verona

L’inseguimen­to che ha riaperto la corsa salvezza

- Lorenzo Fabiano

Giano è una delle più antiche divinità romane: raffigurat­o a due facce, guardava sia al passato che al futuro. Pare l’effige ideale per rappresent­are la situazione che sta vivendo il Chievo. La squadra di Rolando Maran dopo il derby di andata vinto 3-2 viaggiava ai confini dell’Europa al settimo posto in classifica con 15 punti. All’indomani della sconfitta di sabato, i punti racimolati sono 25 con appena una lunghezza di margine sulla zona rossa. Praticamen­te un altro campionato, che vede darsi battaglia gomito a gomito sei squadre per evitare i due posti (dato per spacciato il Benevento) che relegano alla serie B.

Tra il derby di andata e di ritorno il Chievo ha incassato ben 12 sconfitte, raccolto 4 pareggi, e ottenuto solamente due vittorie entrambe in casa contro Spal e Cagliari. L’ultimo successo esterno risale al 24 settembre quando i gialloblù della diga batterono i sardi alla Sardegna Arena. Per arrivare con lo sguardo tanto lontano, pure un dio come Giano avrebbe bisogno delle lenti progressiv­e. Ci si chiede cosa possa essere successo per poter spiegare una frenata, o meglio una caduta, del genere. Una squadra che stava disputando un campionato tranquillo, si trova ora in una situazione a dir poco allarmante.

Sicurament­e gli infortuni, in primis quello di Castro, oltre alla palese condizione deficitari­a di alcune pedine chiave (Birsa su tutti) hanno influito; appare tuttavia evidente come qualcosa si sia rotto nel giocattolo del comandante Rolly. Sul banco degli imputati, il tecnico rimane per ora al suo posto in panchina.

Il derby ha evidenziat­o le difficoltà di una squadra che stenta a ritrovarsi: in ansia, senza la necessaria intensità si è mostrata incapace di reagire con lucidità al gol di Caracciolo. Solo confusione. «Tocca a me raddrizzar­e al più presto questa situazione, dobbiamo resettare e ripartire con il giusto atteggiame­nto. Poca memoria sul passato e massima concentraz­ione per il rush finale. Dobbiamo ripartire con un Chievo nuovo per un campionato diverso. Serve grande forza. La sconfitta pesa, ci scusiamo con tutti, presidente e tifosi». Queste le parole a botta calda dell’allenatore trentino visibilmen­te deluso nel dopo gara.

Ancora più esplicito e duro capitan Pellissier: «Dobbiamo tornare a pensare positivo, dobbiamo pensare a vincere le partita, non possiamo scendere in campo pensando a non perdere, altrimenti non andiamo da nessuna parte. Dobbiamo essere più cattivi, così si retrocede. Se ci vogliamo salvare dobbiamo tirare fuori l’umiltà e il carattere del Chievo». Poche storie insomma, così non va. A Veronello le bocche rimangono cucite e scende il massimo riserbo. Il Chievo deve però tornare ad essere il Chievo alla svelta, con Giano a una sola faccia, quella rivolta con lo sguardo al futuro.

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