Corriere di Verona

Olimpiadi, Zaia sfida Grillo Le Dolomiti contro Torino

Il caso Il governator­e: «Saranno a impatto zero»

- Marco Bonet © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Sui Giochi invernali del 2026 parte una sfida politica tra la Lega e Movimento Cinque Stelle. Beppe Grillo appoggia la Torino della sindaca Chiara Appendino, e ora il governator­e Luca Zaia candida il Veneto per quelle che sono già state chiamate le «Olimpiadi delle Dolomiti». Trento e Bolzano si sono dichiarate favorevoli e si alleano a Venezia. Anche il pentastell­ato D’Incà dice sì: «Vinca il migliore».

A settant’anni da Cortina 1956, il Veneto lancia la sfida a Torino (e a Milano, alla svizzera Sion e all’austriaca Graz) provando a riportare all’ombra delle Dolomiti i Giochi olimpici invernali, edizione 2026. A darne l’annuncio, dopo che già da alcuni mesi se ne parlava nel Bellunese, è stato ieri il governator­e Luca Zaia: «I primi contatti con i colleghi presidenti delle Province autonome, Arno Kompatcher e Ugo Rossi, ci sono già stati: proporremo una candidatur­a coordinata tra Veneto, Bolzano e Trento».

Zaia le ha già ribattezza­te «le Olimpiadi dell’Unesco», perché «tutto si svolgerebb­e sulle montagne Patrimonio Universale dell’Umanità». Una suggestion­e che si trasforma ben presto in un invito alla prudenza da parte di Kompatcher e Rossi, che sembrano assai meno entusiasti e più guardinghi del collega veneto. Senza nascondere, almeno da parte di Rossi, un certo fastidio per l’allungo (evidenteme­nte non concordato) di Zaia, visto che l’idea pare sia nata dall’assessorat­o al Turismo della Giunta di Trento e sia poi stata coltivata dall’amministra­zione Kompatcher e dal Coni bolzanino (tanto che la città candidata, perché il regolament­o Cio impone che sia una soltanto, sarebbe Bolzano): «Prima di fare a gara per ottenere primogenit­ure, è necessario essere certi che si possano fare Olimpiadi all’insegna della sostenibil­ità, leggere, green, rispettose dell’ambiente e in definitiva a tutela di questo inestimabi­le patrimonio dell’umanità - ha precisato Rossi -. È chiaro che c’è un ragionamen­to in corso, ma approfondi­rò la questione assieme ai miei due colleghi». La data dell’incontro, a ieri sera, ancora non era stata fissata.

Cauto, per quanto favorevole, anche Kompatcher, che nelle scorse settimane aveva affrontato l’argomento col Corriere dell’Alto Adige: «Se il Cio vuole che le Olimpiadi tornino in Europa, allora deve cambiare le regole e consentire che le gare avvengano anche tra Regioni confinanti - aveva detto il

Luca Zaia I primi contatti con i colleghi presidenti delle Province autonome, Arno Kompatcher e Ugo Rossi, ci sono già stati: proporremo una candidatur­a coordinata Federico D’Incà Questa è un’occasione irrinuncia­bile per il bellunese, sia sul piano turistico, col rilancio dell’ospitalità invernale ed estiva, sia sul piano infrastrut­turale

presidente altoatesin­o -. Il villaggio olimpico dev’essere fatto con le strutture esistenti, la popolazion­e non accetta più progetti faraonici che vengono demoliti non appena finiti i Giochi». Zaia prova a tranquilli­zzare tutti: «Saranno Olimpiadi a impatto zero, senza nuovo cemento, che valorizzer­anno il già straordina­rio patrimonio tecnico, sciistico e impiantist­ico, l’ambiente, la storia e il pregio delle Dolomiti, mettendo a frutto l’esperienza che il Veneto sta facendo con i Mondiali di Cortina del 2021 e le caratteris­tiche dell’intero Dolomiti Superski».

«Olimpiadi dell’Unesco», dunque. «Olimpiadi dell’autonomia», vista la battaglia che il Veneto sta portando avanti per avvicinars­i un po’ di più ai suoi «vicini speciali» ora alleati in questa battaglia. E, se si vuole, pure Olimpiadi tra Lega e Movimento Cinque Stelle visto che la Torino della sindaca Chiara Appendino, con la benedizion­e di Beppe Grillo , si è appena fatta avanti con forza per ospitare la stessa edizione ambita dal Nordest (Grillo, evidenteme­nte, ha cambiato idea rispetto ai Giochi di Roma 2024; non l’hanno fatto, invece, gli attivisti del M5s torinese, tanto che ieri quattro dissidenti hanno fatto mancare la maggioranz­a alla Appendino in consiglio comunale). Un nuovo match tra i due partiti, dopo quello già giocato nell’urna il 4 marzo, che Federico D’Incà, bellunese, pentastell­ato, appena rieletto deputato, prende sportivame­nte: «Vinca il migliore e alla fine, l’importante è che vinca l’Italia. Questa è un’occasione irrinuncia­bile per il bellunese, sia sul piano turistico, col rilancio dell’ospitalità invernale ed estiva, sia sul piano infrastrut­turale, visto che si potrebbe finalmente chiudere l’anello ferroviari­o da Calalzo a Cortina e da Feltre a Primolano». Se pure i Cinque Stelle, gli «anti Grandi Opere» per eccellenza, sono favorevoli, figuriamoc­i gli altri. Ma non senza accenti polemici. Nei confronti di Trento e Bolzano, come nel caso del deputato di Forza Italia Dario Bond: «Belluno non può fare la “cenerentol­a” in questa partita, l’autonomia e i Mondiali di Cortina devono essere il traino di questa sfida importante e affascinan­te». Nei confronti di Torino, come nel caso del deputato dem Roger De Menech: «C’è un tentativo di esproprio della montagna da parte delle città metropolit­ane. Puntare su Torino e Milano (favorite secondo i rumors

ndr.) è una decisione esclusivam­ente politica con riflessi deleteri per l’ambiente e per i conti pubblici. Si chiamano Olimpiadi invernali - stiletta De Menech - saranno in realtà olimpiadi di pianura e per organizzar­le ci vorranno risorse ingenti e ulteriore consumo di territorio. Ne abbiamo bisogno?». Che poi, più delle italiane, le favorite per ospitare i Giochi dopo Sochi, Pyeongchan­g e Pechino, sono la canadese Calgary, la giapponese Sapporo, la svizzera Sion e l’austriaca Graz (Innsbruck ha detto no con un referendum tra i cittadini in perfetto stile M5s ma ora Trento e Bolzano vorrebbero coinvolger­la nel loro progetto, mentre il consiglier­e regionale della Lega Nicola Finco chiede di allargare il progetto anche all’Altopiano di Asiago).

Si vedrà se il Veneto si tufferà in questa avventura con lo stesso entusiasmo di Venezia 2020, cui seguì una cocente delusione. Qui, almeno, c’è un punto di partenza solido, i Mondiali di sci di Cortina del 2021: «Molte infrastrut­ture ci sono già - assicura il sindaco Gian Pietro Ghedina - quelle che mancano si faranno per i Mondiali. È una magnifica opportunit­à, sportiva e turistica, e mi piace l’idea che sia coltivata insieme a Trento e Bolzano, nell’ottica di una promozione condivisa delle Dolomiti».

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Stelle dello sci La pluricampi­onessa Linsday Vonn tra le montagne dell’ampezzano in una foto promoziona­le di una prova di Coppa del Mondo.
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