Il gup: «Motta colpì vittime vulnerabili e violò in modo lacerante la legalità»
Le motivazioni dei 6 anni e 10 mesi al legale:«Pervicaci attività predatorie»
Sei anni e 10 mesi all’avvocato (tuttora sospeso) Lucio Motta a fronte di oltre due milioni di euro «spariti». Si trattava dei prelievi illeciti dai conti dei propri assistiti di cui si sarebbe reso responsabile in qualità di amministratore di sostegno. Contestazioni che gli sono complessivamente già costate, in tribunale, un totale di oltre 24 anni di reclusione: un computo complessivo in cui spiccano tra i più cospicui proprio i 6 anni e 10 mesi di condanna incassati a gennaio su decisione del gup Laura Donati (che inoltre inflisse 3 anni a Sara Corezzola e un anno alla moglie Camilla Girelli).
Ed è proprio il guo Donati nella cinquantina di pagine appena depositate per motivare la sentenza, a puntare nero su bianco il dito contro Motta: «Non vi è neppure traccia del restituzioni parziali, non si può ritenere neppure l’imputato reo confesso di fronte al fatto che nell’interrogatorio reso in udienza il 19 ottobre 2017 ha contestato la maggior parte degli addebiti anche per singole voci, pur di fronte a un quadro accusatorio granitico». Non solo: «Vi sono altre circostanze assolutamente preponderanti che comportano un giudizio del tutto negativo sulla personalità Motta - continua il gup nella sentenza -, come l’avere continuato pervicacemente nell’attività predatoria pur dopo il primo interrogatorio del 23 aprile 2014...», o, ancora,m come l’avere «dopo il sequestro preventivo dell’azienda “Il Moschetto”, consegnato alla proprietaria dei muri un assegno bancario con cui apparentemente saldava gli affitti e le spese condominiali arretrate, titolo che risultava ovviamente privo di copertura». Non è finita, perché a parere del gup Motta ha «colpito vittime particolarmente vulnerabili, date le condizioni psicofisiche in cui versavano che non consentivano loro di comprendere l’operato di chi doveva tutelarle», e ha «leso in modo lacerante il preminente interesse alla legalità».