Macbeth al femminile Vitaliano Trevisan rovescia gli stereotipi
NSul palco
A sinistra Vitaliano Trevisan che domani sarà al Camploy. A destra il direttore d’orchestra Sisto Quatrini
ell’ambito della prosa in abbonamento settimo appuntamento al teatro Camploy, domani sera alle 20.45, con la rassegna L’Altro Teatro organizzata dal Comune in collaborazione con Arteven e con EXP. In programma «Macbeth?» di Vitaliano Trevisan, spettacolo tratto dal Macbeth di Shakespeare. Ne sono interpreti Francesca Botti, Beatrice Niero e Patricia Zanco che cura anche la regia a quattro mani con Daniela Mattiuzzi. Lo spettacolo, rappresentato nei giorni scorsi a Schio e a Mira, è prodotto da Fatebenesorelle Teatro e dalla Piccionaia CPT. In questa speciale rivisitazione della tragedia shakespeariana il ruolo di genere e gli stereotipi ad esso collegati sono totalmente rovesciati. A Macbeth, interpretato da una donna, si dà l’altra parte, quella femminile e l’opposto accade con Lady Macbeth. Macbeth non è malvagio perché ha paura: è un uomo spaventato che non distingue il vero dal falso e la verità qui perde la sua presa sulla realtà e rivela un aspetto corrotto, inafferrabile. C’è solo l’essere fuori fuoco, come la mente dei protagonisti, l’essere senza colore, come l’animo o come i luoghi, l’essere sfuggente e sempre in movimento, come i corpi. E c’è il contrasto luce/ ombra come la lotta dilaniante interna degli eroi in scena.
«Come disse Borges, Shakespeare – sottolinea Patricia Zanco in una nota di regia – è tutti e nessuno. Certo è un fuoriclasse e un autore che supera il suo tempo. Sono le sue opere a crearlo, non viceversa. Shakespeare è un nome, un dono che accresce il piacere di vivere. Partendo dalle tante ipotesi sull’autore ho spinto sul desiderio di affrontarlo da donna. Dal punto di vista delle tre streghe. Le streghe sono la parola sulla quale inciampa Macbeth che ha il destino di portare un desiderio, bello e brutto al tempo stesso, che permette si realizzi la catarsi. Il punto di domanda dopo il titolo è ovviamente un invito a chiedersi chi sia Macbeth».