Sboarina lancia Verona capitale della cultura
Il sindaco lancia la candidatura per la prossima «finestra» Polo museale unico, «ne faremo un soggetto moderno»
Verona si candiderà a capitale italiana della cultura per il 2021. Questa l’intenzione, in attesa dell’uscita del bando. «Ma stiamo già lavorando - assicura Sboarina - non ci faremo trovare impreparati al momento della pubblicazione».
Il primo appello era arrivato in campagna elettorale. Quella dominata, tra le altre cose, dalla querelle per il project sull’Arsenale e dalla necessità di un assessorato alla Cultura, chiesto a gran voce da tutti i candidati. Poi, a novembre, era arrivato un appello firmato da diversi intellettuali cittadini. E un mese fa, dopo aver saputo il nome della vincitrice del 2020 (Parma) qualcuno è tornato alla carica. Ieri mattina, mentre si discuteva del nuovo polo museale, il sindaco Federico Sboarina e l’assessore Francesca Briani hanno scoperto le carte. Sì, Verona si candiderà a capitale italiana della cultura per il 2021. Al momento c’è solo l’intenzione, anche perché, prima, dovrà uscire il bando. «Ma stiamo già lavorando: non ci faremo trovare impreparati al momento della pubblicazione» assicura Sboarina.
Il «titolo» è nato nel 2014, a seguito della proclamazione di Matera a capitale europea della cultura del 2019 (è quindi una faccenda diversa). Da allora, hanno ricoperto questo ruolo Mantova, Pistoia e – per l’anno in corso – Palermo. Nel 2015, che ha visto il lancio dell’iniziativa sono state «capitali» cinque città:
Federico Sboarina Stiamo già lavorando, non ci faremo trovare impreparati quando sarà pubblicato il bando
Ravenna, Cagliari, Lecce, Perugia e Siena. Si tratta di una gara impegnativa: per il 2018 i candidati erano numerosi, poi ristretti a una «short list» di dieci: non solo capoluoghi di provincia. Accanto ad Agrigento, Macerata e Piacenza, c’erano Merano, Casale Monferrato e Bitonto. Contava di avere buone speranze Treviso, bocciata dalla commissione al foto finish. Verona potrebbe dunque raccogliere una sorta di testimone veneto, a meno di ricandidature. Certo, si tratta di una meta difficile, ma come si suol dire, è importante anche il viaggio. E non è un caso che l’annuncio arrivi lo stesso giorno in cui Palazzo Barbieri delinea i dettagli del nuovo sistema museale: quello che vede tutti e sette i musei civici (quindi anche la Galleria di Arte Moderna e il Museo di Storia Naturale) confluire sotto un’unica supervisione, con la direzione di Francesca Rossi, di nomina recente.
Un impegno elettorale per l’amministrazione Sboarina, che ora prende corpo, almeno sulla carta, con una precisa lista di «cose da fare». Il primo punto da affrontare sarà quello della comunicazione: il Comune lancerà un
concorso d’idee rivolto a creativi per la realizzazione di «un brand identitario unico e moderno». Molto del futuro dei musei veronesi, infatti, passerà dal «pacchetto» con cui saranno presentati. La direttrice Rossi chiarisce il «riposizionamento» così: «Dobbiamo fare in modo che i musei, anche quelli che non si occupano di cose moderne (ossia la stragrande maggioranza, a Verona, ndr) siano percepiti per quello che sono: ossia strutture profondamente contemporanee e inserite nel tessuto della città».
Ecco perché occorre aspettarsi già dai prossimi mesi, un numero sempre maggiore di iniziative che avranno luogo proprio nei musei: convegni (anche corsi veri e propri: il primo tentativo sarà una summer school al museo degli Affreschi) ma anche concerti, che in parte già si tengono e aperitivi. Una prima novità arriverà nel periodo di Pasqua e riguarderà la Galleria di Arte Moderna, con il recupero e la valorizzazione della collezione ottocentesca e novecentesca. Il passo successivo - anticipa Rossi - sarà quello di rendere i musei più accoglienti per le famiglie, con strutture dedicate a mamme e neonati. Infine ci sarà il banco di prova per la candidatura al ruolo di città della cultura: il settecentenario della morte di Dante Alighieri, che cade - non è un caso proprio nel 2021. Un’occasione per fare di Verona, secondo Sboarina e Briani, qualcosa di diverso dalla città di Giulietta e Romeo.