Matteo, bagno di folla e frecciata a Tosi
«Adesso dovrà trovarsi un lavoro»
Bagno di folla ieri per Matteo Salvini, che ha fatto tappa in serata alla festa leghista di San Giovanni Lupatoto arrivando da Modena e prima di partire per Trento. «Farò di tutto per arrivare al governo. E la prossima volta spero di tornare qui da presidente del consiglio», ha detto il leader leghista, introdotto dal fedelissimo Lorenzo Fontana, vicesindaco di Verona (ancora per poco) e dato in pole position per una posizione ministeriale in caso di un governo del centrodestra.
Salvini è passato di qua prima di tutto per un ringraziamento agli elettori: «In tutti i comuni della provincia di Verona, e sottolineo tutti, la Lega è il primo partito afferma - È una grande soddisfazione. Ma attenzione: i voti vanno e i voti vengono. E la nostra forza si vede nei momenti difficili».
È solo una parentesi, in un intervento che è per il resto volto a preparare i suoi elettori a quello che sta maturando a Roma: forse una possibile intesa con i Cinque Stelle, oppure uno scioglimento anticipato delle Camere. «Di certo a noi non spaventa andare al voto dice Salvini - Proporremo a tutte le forze politiche il programma su cui la Lega ha vinto, sul quale il centrodestra a vinto. Quindi via la Legge Fornero, meno tasse, più sicurezza, legittima difesa. Saremo parte di un governo solo se porterà avanti il nostro programma. E non vogliamo un governo di pochi mesi, vogliamo poter governare per dieci anni».
Salvini si rivolge poi ai neoeletti, sette veronesi di cui sei esordienti. «Essere deputati e senatori non vuol dire essere fenomeni, vuol dire essere in mezzo alla nostra gente un giorno di più». E, a proposito di «fenomeni», il leader leghista non riesce proprio a trattenere una battuta che fa esplodere la folla in un’ovazione: «C’era qualche tempo fa in provincia di Verona qualcuno che faceva il fenomeno, che adesso si deve cercare un lavoro. Noi siamo contro l’assistenzialismo, ma almeno a lui potremmo dare il reddito di cittadinanza». Non lo nomina mai, ma che stia parlando di Flavio Tosi, candidatosi nel centrodestra ma che non ha risparmiato bordate a Salvini durante tutta la campagna elettorale, salvo poi restare «vittima» del flop di Noi con l’Italia. Si chiude con una frase che sarebbe stata impensabile per il partito a trazione nordista di qualche tempo fa: «Il mio orgoglio è una Lega che unisce il Paese».