Corriere di Verona

Processo Polato Il giudice: «No alla Consulta»

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(la.ted.)Nuova udienza ieri davanti al giudice Carola Musio per la vicenda delle presunte «firme false» nella lista di Forza Nuova presentata per le elezioni regionali del 2015: sotto accusa a palazzo di giustizia c’è l’attuale assessore comunale alla Sicurezza Daniele Polato, il cui rinvio a giudizio scattò lo scorso novembre e la cui difesa è curata dall’avvocato Davide Adami che alla scorsa udienza, all’apertura del processo, aveva sollevato la questione di legittimit­à costituzio­nale. Attraverso il deposito di una memoria scritta, il legale aveva avanzato istanza affinché il Tribunale la ritenesse «rilevante e non manifestam­ente infondata» e la sollevasse alla Corte Costituzio­nale. Tra le argomentaz­ioni usate dalle difesa, il fatto che «si è ormai generata una prassi che vede gli amministra­tori in carica agire secondo una logica e una finalità di tipo inclusivo, autentican­do le firme di candidati sulla base della fiducia riposta,e della garanzia fornita dal rappresent­ante del partito minore».In base a ciò, «la condotta imputata a Polato, lungi dall’ostacolare il meccanismo democratic­o protetto dalla norma, altro non produce che un effetto di rafforzame­nto e sostanzial­e democratiz­zazione del meccanismo elettivo». Ma ieri, con una dettagliat­a motivazion­e, il giudice ha rigettato facendo proseguire così l’udienza filtro con la calendariz­zazione delle prossime sedute in aula per ottobre e la citazione dei testi di accusa e difesa: di tratta di funzionari comunali ed esponenti politici.

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