«L’Arena? Salvata dal Pd, adesso è vietato fare altri errori»
Il ministro Franceschini: «E ora serve la riforma della Fondazioni liriche»
Il ministro ai Beni culturali Dario Franceschini, parla a ruota libera dell’Arena da Montecitorio. «È stata salvata dal Pd - dice - grazie alla riapertura dei termini per l’adesione alla Legge Bray». Soddisfatto per l’ingresso di soci privati in Fondazione («è la direzione che abbiamo auspicato»), lancia un monito ai nuovi vertici: «Adesso però non si devono più fare errori».
Passeggia rilassato nel transatlantico di Montecitorio il ministro dei Beni Culturali (uscente) Dario Franceschini. Il momento ideale per avvicinarlo e per chiedergli della Fondazione Arena, partita che lui ha gestito in prima persona dal commissariamento dell’aprile 2016 alla nomina del nuovo sovrintendente Cecilia Gasdia del gennaio 2018. «Già, l’Arena. Può scrivere che l’abbiamo salvata noi del Pd, l’Arena. E che ora, per chi la governa, non ci possono più essere alibi».
Messaggio chiaro quello del ministro, che subito incalza: «Grazie all’intesa tra governo e Parlamento abbiamo riaperto i termini della Bray con un emendamento presentato in Legge di Stabilità 2016 (il primo firmatario era il deputato Pd, Gianni Dal Moro, ndr). L’adesione al percorso della Bray - continua il ministro - ha consentito, dopo la fase del commissariamento, di accedere al fondo di 10 milioni per poter iniziare la fase di ristrutturazione dell’Ente. Ora, dopo l’insediamento dei vertici, tocca al nuovo Consiglio di Indirizzo e ai soci - vecchi o nuovi che siano - rilanciare la Fondazione Arena che è un patrimonio dell’immagine della lirica italiana nel mondo».
Facciamo presente al ministro l’ingresso nel Consiglio di Indirizzo di un nuovo socio privato, Cattolica Assicurazioni. «Un segnale sicuramente positivo - dice - che va proprio nella direzione da noi auspicata. Chi effettua erogazioni liberali in denaro per il sostegno della cultura, come previsto dalla legge, potrà godere di importanti benefici fiscali sotto forma di credito di imposta. Vorrei ricordare che la legge di Stabilità del 2016 ha regolamentato e reso permanente l’Art Bonus, con un’agevolazione fiscale al 65% per gli interventi come quello di Cattolica in Fondazione Arena».
Un attimo di pausa e poi Franceschini conclude: «Ora che il nostro impegno alla guida del Paese va a terminare ci auguriamo che il nuovo Parlamento intervenga in sede legislativa in quella riforma delle Fondazioni lirico sinfoniche che va assolutamente realizzata». Franceschini si ferma e saluta il compagno di partito Dal Moro: «Guarda Gianni che ho appena parlato dell’Arena», dice. E il deputato veronese del Pd coglie la palla al balzo per dire la sua sull’ingresso di Cattolica nel Consiglio di Indirizzo. «È un segnale positivo - dice ma solo se - come del resto ha sottolineato u presidente della compagnia assicurativa Paolo Bedoni - ci sarà un piano serio e innovativo di rilancio. Di stampelle finanziarie non c’è bisogno». Franceschini annuisce e Dal Moro incalza: «La storia passata ci ricorda di finanziamenti ricevuti e sprecati, oserei dire dissipati, nella gestione ordinaria della società, senza una crescita strategica della Fondazione. Ecco, tutto questo non deve più ripetersi perché un altro salvataggio non sarà possibile».
Il monito di Dal Moro va di pari passo con quello del ministro. Li pungoliamo entrambi, allora, affinché si lasciano andare a considerazioni di prospettiva, fermo restando che sarà il Consiglio di Indirizzo, in piena autonomia, a decidere gli obiettivi da perseguire. «Rispondi tu, Gianni, che sei veronese e conosci meglio gli ultimi avvenimenti». esorta Franceschini. «Mi aspetto - dice allora Dal Moro - nuove idee, una visione internazionale, nuove produzioni, un più elevato standard artistico, la sperimentazione anche di nuove tecnologie e strumenti per riammodernare l’opera lirica, pur nel rispetto della tradizione italiana. Il tutto accompagnato da una nuova strategia di marketing internazionale, da un rilancio della collaborazione con le maestranze. Ormai è passato quasi un anno dall’insediamento della nuova amministrazione comunale, il tempo passa velocemente e la competizione - specie quella fuori dall’Italia - non aspetta». Resta da capire che posizione avrà il Pd, a questo punto locale visto che i dem non faranno parte del nuovo governo, da qui in avanti nei confronti dell’Arena. «Come abbiamo fatto nella scorsa legislatura - chiosa Dal Moro continueremo a sostenere la Fondazione, consapevoli del fatto che non è in gioco solo l’importante indotto economico, ma anche l’immagine di Verona nel mondo».
Il ministro Ricordo che il nostro governo ha reso permanente l’Art Bonus
Dal Moro In passato sono state sprecate e dissipate risorse importanti