Allarme Avis: «Troppo poche le donazioni»
È caccia al BARDOLINO donatore: ogni iscritto all’Avis di Verona effettua meno di due donazioni di sangue all’anno (1,87), il 14% ne ha fatto una sola donazione e il 9% nessuna. Sono questi i numeri sui quali l’associazione, una delle principali tra quelle attive in provincia, vuole ripartire. Perché, al netto dei numeri (37.608 le unità di sangue, plasma e piastrine donate, 21.016 i donatori attivi con un aumento di 1771 rispetto al 2016) la richiesta di sangue rimane altissima l’impegno dei veronesi non basta per l’autosufficienza: occorre ricorrere a prestiti da altre province. Si lavora a cominciare dalle prenotazioni, che «coprono» già il 90% delle donazioni. È quanto si è appreso nel corso del convegno annuale, all’hotel Caesius Thermae di Bardolino. «I dati relativi alle unità di sangue – è il commento di Michela Maggiolo, presidente di Avis Verona non sono confortanti, poiché negli ultimi cinque anni abbiamo il segno negativo sulla raccolta per cui siamo consapevoli che si deve fare di più. Ma non è solo colpa dei donatori: c’è da fare i conti con alcune disfunzioni nei Centri di raccolta, come ad esempio la carenza di personale medico ed infermieristico che allungano i tempi di attesa». Ma ci sono anche segnali positivi: è aumentato il numero complessivo degli aspiranti donatori e, soprattutto, è migliorata la percentuale di quanti concretizzano il loro percorso solidale diventando donatori periodici. Basti pensare che se nel 2016 era il 77,03% degli aspiranti a completare il percorso, la percentuale nel 2017 è salita all’80,42%. «Vogliamo raggiungere una media di almeno due donazioni all’anno – prosegue Maggiolo - è lo stimolo che abbiamo portato nel corso dell’anno in tutti gli incontri associativi, affinché ogni socio potesse farlo proprio. Bisogna insistere per tentare di arginare questo fenomeno, pur consapevoli delle difficoltà che i nostri donatori attualmente incontrano». All’assemblea ha preso parte anche l’assessore alla Sanità Luca Coletto.