«Bomba in Bra», ma è solo una valigia
Il trolley di un commercialista fa scattare l’allerta antiterrorismo. Colpa di una svista
Un trolley nero abbandonato in mezzo alla carreggiata, proprio di fronte alla Gran Guardia. E un’auto ripartita immediatamente e svanita nel nulla. L’allerta terrorismo è scattata in un attimo e per oltre due ore, ieri mattina, piazza Bra è rimasta con il fiato sospeso e gli occhi puntati sulla valigia. Tutta colpa di una «svista», come ricostruito dai carabinieri: un’incomprensione tra il noto commercialista Roberto Rubini e lo staff del suo studio sul Liston.
Un trolley nero abbandonato VERONA in mezzo alla carreggiata, proprio di fronte alla Gran Guardia. E un’auto ripartita immediatamente e svanita nel nulla. L’allerta terrorismo è scattata in un attimo e per oltre due ore, ieri mattina, piazza Bra è rimasta con il fiato sospeso e gli occhi puntati sulla valigia. Tutta colpa di una «svista», come ricostruito dai carabinieri: un’incomprensione tra il noto commercialista Roberto Rubini e lo staff del suo studio sul Liston. La borsa rimasta lì incustodita. L’allarme è scattato verso le 9.10 quando il dipendente di un panificio che stava transitando con il suo furgone in piazza, ha notato la Porsche bianca di Rubini ripartire dopo una breve sosta. Una dipendente dello studio che aveva scaricato le valigie dall’auto del titolare, aveva dimenticato il trolley senza accorgersene. Il professionista è ripartito e non poteva immaginare che i colpi di clacson del panettiere fossero indirizzati proprio a lui. A quel punto, il testimone si è avvicinato ai militari dell’esercito raccontando quello che era appena accaduto, ma senza riuscire a indicare il modello dell’auto. Così, una volta contattati dai militari, i carabinieri si sono precipitati sul posto e in contemporanea hanno diramato le ricerche di un’«utilitaria bianca».
Alle 9.40 la Bra era stata completamente isolata, in attesa dell’arrivo degli artificieri della polizia dall’aeroporto Catullo. Transennata tutta l’area di fronte alla Gran Guardia, bloccati all’interno i circa 400 studenti partecipanti al convegno «Il cibo come prevenzione». Sul posto i vigili del fuoco, gli agenti delle volanti e quelli della Digos. E la gente, dietro i nastri biancorossi, a cercare di capire cosa stesse realmente accadendo. Mentre gli agenti della polizia municipale erano impegnati a deviare il traffico su piazza Cittadella, con non poca difficoltà (qualche disagio anche per le corse degli autobus Atv). Poi, all’improvviso, poco dopo le 10 un uomo ha scavalcato le barriere e ha iniziato a correre verso la valigetta. È stato un attimo: dopo avergli intimato l’alt, i carabinieri del nucleo radiomobile lo hanno immobilizzato e caricato su un’auto. Si trattava, come emerso più tardi, di un senza fissa dimora originario dello Sri Lanka, con qualche problema psichico. Niente a che fare con il trolley del mistero. Alle 10.35 ecco gli artificieri che hanno iniziato a prepararsi.
Dell’«utilitaria bianca», nessuna traccia. E, per precauzione, i ragazzi presenti all’interno della Gran Guardia sono stati fatti uscire dalle porte sul retro. Gli artificieri, intanto, avevano già caricato il cannoncino ad acqua per neutralizzare il sospetto ordigno. Ma proprio in quei momenti si è presentato sul posto il figlio di Rubini che ha spiegato ai carabinieri che non si trattava di alcun terrorista: il professionista, abitualmente, il lunedì mattina sarebbe solito contattare il personale dello studio per farsi raggiungere all’altezza della Gran Guardia e lasciare i documenti. Ieri, dopo aver scaricato e ricaricato valigette e pacchi, la dipendente avrebbe dimenticato il trolley in strada senza accorgersene. Alla fine, alle 11.23 la piazza è stata «svegliata» da un boato: era il cannoncino degli artificieri che è stato «scaricato» direttamente sul posto. Il sindaco Federico Sboarina, oltre a forze dell’ordine, municipale, pompieri e vigili del fuoco, ha ringraziato anche il panettiere: «La collaborazione tra città e sistema sicurezza è la miglior ricetta per la sicurezza. Non bisogna mai abbassare la guardia né sottovalutare le anomalie». La valigia, intatta, è stata riconsegnata al figlio. «Vorrei solo una pala per sotterrarmi», le sue uniche parole prima di allontanarsi.