«Alta velocità, non finisce qui» I No Tav vogliono mobilitare il popolo degli espropriati
«Non finisce qua». Da Brescia a Verona, gli oppositori all’Alta Velocità ferroviaria parlano praticamente con una voce sola: per loro la battaglia è permanente e questa convinzione non viene scalfita neanche dall’approvazione definitiva dell’opera per la tratta tra le due città, ok avvenuto sabato con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della delibera Cipe. Francesca Businarolo, grillina fresca di rielezione alla Camera dei deputati, si dichiara «pronta ad appoggiare qualsiasi iniziativa in Parlamento e nelle aule dei tribunali per tutelare il nostro ecosistema e per ribadire che le priorità in tema di trasporti sono altre». L’iter autorizzativo si è chiuso, quindi un ipotetico governo espressione dei Cinquestelle poco potrebbe fare a questo punto. Ma la Businarolo fa parte del primo partito in Parlamento, e questo, almeno dal punto di vista della pressione politica, può significare qualcosa.
L’avvio dei cantieri è previsto nel Bresciano a fine anno, ora si apre il complesso capitolo degli espropri, cui sono al momento destinati 292 milioni. Il coordinamento No Tav Brescia-Verona, per bocca di Daniele Nottegar, annuncia assemblee con tutti i cittadini coinvolti, «per informare la popolazione di quanto sta succedendo e per decidere insieme come proseguire la nostra lotta». Che sarà sicuramente legale, nel senso che l’avvocato del coordinamento, Fausto Scappini, ha già preannunciato ricorso al Tar del Lazio contro la delibera appena pubblicata. I No Tav parlano di «cinismo» nell’approvazione dell’opera, su cui adesso gravano 309 prescrizioni «che modificheranno il progetto definitivo mediante il progetto esecutivo sottratto agli ordinari controlli pubblici». Lungo un tracciato definito «assurdo» e figlio di un progetto «sgangherato», si dovrà risolvere il problema della bonifica «di oltre 40 siti contaminati, con inevitabili aumenti di costi a carico dei contribuenti italiani, cui dovranno essere aggiunti quelli per la messa in sicurezza dell’opera, anche dal punto di vista antisismico».