Francesca, manager contro i tabù della finanza digitale
Todeschini, co-fondatrice della startup Credimi, si fa largo in un mondo che dà poco spazio alle donne
Giovane e donna: difficile VERONA immaginare a un binomio meno adatto per lavorare nel mondo della finanzia digitale in Italia. Per scombinare i numeri che compongono le classifiche nazionali sulla presenza femminile nel settore - sistematicamente tra i più bassi dei Paesi Ocse - servono dosi abbondanti di talento e ambizione. È così che Francesca Todeschini, 38 anni, originaria di Verona ma con la valigia in mano fin dal giorno del diploma, è diventata Partnership officer di Credimi, promettente startup del panorama fintech italiano, che ha contribuito a fondare insieme a Ignazio Rocco di Torrepadula e a una squadra di professionisti internazionali. E Francesca all’attivo ha un laurea in economia politica all’Università Bocconi, un master alla Columbia Business School di New York, quattro anni come consulente per McKinsey & Companya Londra e un’esperienza a General Electric, tra Parigi e Milano. L’incontro con Ignazio, mente di Credimi, piattaforma di finanziamento digitale che permette di rendere liquido il capitale circolante di un’impresa in 48 ore, risale al 2015. « «Sono contenta di essere entrata a far parte, fin dall’inizio, di una società tra le prime in Italia a scommettere sul fintech - racconta Francesca, oggi stabile a Milano - un settore già consolidato all’estero ma che nel nostro paese è ancora agli albori pur avendo enormi potenzialità, soprattutto nell’ambito dei servizi a supporto dell’ecosistema Pmi, pilastro dell’economia italiana». Creata grazie al funding iniziale di 8,4 milioni di euro raccolti tra un gruppo di imprenditori italiani, tra cui i fratelli Benetton, Alessandro e Mauro, e Nerio Alessandri, Presidente di Technogym, Credimi è un servizio di digital lending, che consente alle imprese di anticipare via web fatture tra i 5mila e 500mila euro. «All’azienda cliente che non vuole attendere il pagamento a 90, 120 o più giorni proponiamo un canale alternativo a quello bancario, ma più veloce e semplice - spiega Francesca - basta caricare la fattura sul nostro portale per ricevere entro 48 ore una valutazione sulla possibilità di finanziamento». I finanziamenti sono coperti da quattro Sgr con cui la startup ha siglato accordi per circa 70 milioni: Anima Sgr, Anthilia Capital Partners Sgr, Bg Fund Management Luxembourg e Tikehau Capital. Il modello di business si regge su una commissione trattenuta da Credimi e un tasso di interesse che viene retrocesso ai fondi partner. «Nel primo anno di attività abbiamo erogato circa 60 milioni. Il nostro target è fatto all’80% di Pmi italiane per l’anticipo di fatture commerciali attive e per il 20% grandi aziende con cui facciamo accordi per il credito di filiera». Tra i clienti già conquistati non mancano aziende del Veronese: ultimo acquisto è Berti, società di Caldiero produttrice di macchine per l’agricoltura.