Furti a scuola, il giro di vite del Maffei
Il preside: «Aule chiuse a ogni spostamento delle classi e corridoi controllati»
Nelle scuole, persino in una città relativamente tranquilla come Verona, si registrano casi del genere quasi ogni settimana. Stavolta però, per il preside del Maffei, Roberto Fattore, i ladri hanno passato il segno. Dopo il furto di due smartphone di valore e un portafoglio avvenuto il 14 marzo nel liceo cittadino, il dirigente scolastico tuona: «Fatti simili in aula provocano rabbia perché tradiscono i valori di legalità, rispetto e lealtà reciproca».
Non è certo la prima volta che succede, anzi: nelle scuole, persino in una città relativamente tranquilla come Verona, si registrano casi del genere quasi ogni settimana, più o meno in tutti gli istituti. Questa volta, però, per il preside del liceo Maffei, Roberto Fattore, i ladri hanno passato il segno.
Troppo grosso il bottino, di quelli che lasciano il segno: due smartphone di valore rubati, assieme a un portafoglio. Il tutto nella stessa classe, di mattina, nella centralissima sede di via Massalongo. Il fatto è accaduto il 14 marzo. La rabbia dei derubati è stata tanta.
In classe se n’è discusso, i professori si sono rivolti agli studenti esortando chi sapesse qualcosa a parlare. E invitando i responsabili del furto, quasi certamente ragazzi della scuola a restituire il maltolto. Parole cadute nel vuoto. Il giorno successivo è stato il dirigente scolastico a prendere posizione, con una circolare.
I toni sono duri e orientati più a una mission educativa che non a risolvere il caso. «Che a scuola possano verificarsi fatti simili - scrive Fattore - provoca disagio e rabbia perché essi tradiscono quei valori di legalità, rispetto e lealtà reciproca che devono informare ogni azione formativa che miri all’esercizio responsabile di un senso di cittadinanza positivo».
E ancora: «Sono fatti inaccettabili e vili perché feriscono una istituzione come la scuola che, pur consapevole della complessità degli individui, sempre è chiamata a riconoscere e scommettere sulla positività delle persone, in risposta alla sua funzione educativa e mai coercitiva».
Solo una questione di ambiente da tenere «sano» e positivo? Tutt’altro. Il preside ricorda che il regolamento d’Istituto prevede sanzioni gravi per i responsabili di tali comportamenti, una volta individuati e riconosciuti. Come già accaduto in altre scuole, il rischio è quello di venire sospesi (formalmente) con tanto di «lavori socialmente utili», mentre si continuano a seguire tutte le lezioni.
Ma al liceo di via Massalongo, considerato il più antico d’Italia, si prospettano anche altri provvedimenti. «Ricordo a tutte e tutti i docenti - sottolinea Fattore - che le uscite dalle classi nel corso delle lezioni devono essere limitate a casi eccezionali e per il solo tempo necessario. Il personale collaboratore scolastico vigilerà affinché nessuno si aggiri senza motivo nei corridoi e procederà a chiudere le aule ogni qualvolta le classi si sposteranno in altri locali o spazi della scuola».
Insomma, è in arrivo un giro di vite, anche se non ci sarà nessuna «militarizzazione». «Sono misure di controllo, la nostra scuola rimarrà un ambiente aperto - dichiara il preside, raggiunto al telefono -. Anche in questi giorni sono state svolte nella nostra scuola attività di pomeriggio, senza nessuna difficoltà. Quello che vogliamo è solo che il nostro istituto rimanga un posto dove si possa crescere serenamente e di conseguenza deve esserci fiducia reciproca». Una fiducia che un furto, non esattamente piccolo, può minare.
Quasi sempre, in episodi del genere, soprattutto quando a essere sottratti sono cellulari di ultima generazione, la vicenda finisce con una denuncia alle forze dell’ordine. Ma troppo spesso gli autori del furto restano impuniti e il maltolto non viene restituito.