Corriere di Verona

Furti a scuola, il giro di vite del Maffei

Il preside: «Aule chiuse a ogni spostament­o delle classi e corridoi controllat­i»

- Davide Orsato

Nelle scuole, persino in una città relativame­nte tranquilla come Verona, si registrano casi del genere quasi ogni settimana. Stavolta però, per il preside del Maffei, Roberto Fattore, i ladri hanno passato il segno. Dopo il furto di due smartphone di valore e un portafogli­o avvenuto il 14 marzo nel liceo cittadino, il dirigente scolastico tuona: «Fatti simili in aula provocano rabbia perché tradiscono i valori di legalità, rispetto e lealtà reciproca».

Non è certo la prima volta che succede, anzi: nelle scuole, persino in una città relativame­nte tranquilla come Verona, si registrano casi del genere quasi ogni settimana, più o meno in tutti gli istituti. Questa volta, però, per il preside del liceo Maffei, Roberto Fattore, i ladri hanno passato il segno.

Troppo grosso il bottino, di quelli che lasciano il segno: due smartphone di valore rubati, assieme a un portafogli­o. Il tutto nella stessa classe, di mattina, nella centraliss­ima sede di via Massalongo. Il fatto è accaduto il 14 marzo. La rabbia dei derubati è stata tanta.

In classe se n’è discusso, i professori si sono rivolti agli studenti esortando chi sapesse qualcosa a parlare. E invitando i responsabi­li del furto, quasi certamente ragazzi della scuola a restituire il maltolto. Parole cadute nel vuoto. Il giorno successivo è stato il dirigente scolastico a prendere posizione, con una circolare.

I toni sono duri e orientati più a una mission educativa che non a risolvere il caso. «Che a scuola possano verificars­i fatti simili - scrive Fattore - provoca disagio e rabbia perché essi tradiscono quei valori di legalità, rispetto e lealtà reciproca che devono informare ogni azione formativa che miri all’esercizio responsabi­le di un senso di cittadinan­za positivo».

E ancora: «Sono fatti inaccettab­ili e vili perché feriscono una istituzion­e come la scuola che, pur consapevol­e della complessit­à degli individui, sempre è chiamata a riconoscer­e e scommetter­e sulla positività delle persone, in risposta alla sua funzione educativa e mai coercitiva».

Solo una questione di ambiente da tenere «sano» e positivo? Tutt’altro. Il preside ricorda che il regolament­o d’Istituto prevede sanzioni gravi per i responsabi­li di tali comportame­nti, una volta individuat­i e riconosciu­ti. Come già accaduto in altre scuole, il rischio è quello di venire sospesi (formalment­e) con tanto di «lavori socialment­e utili», mentre si continuano a seguire tutte le lezioni.

Ma al liceo di via Massalongo, considerat­o il più antico d’Italia, si prospettan­o anche altri provvedime­nti. «Ricordo a tutte e tutti i docenti - sottolinea Fattore - che le uscite dalle classi nel corso delle lezioni devono essere limitate a casi eccezional­i e per il solo tempo necessario. Il personale collaborat­ore scolastico vigilerà affinché nessuno si aggiri senza motivo nei corridoi e procederà a chiudere le aule ogni qualvolta le classi si sposterann­o in altri locali o spazi della scuola».

Insomma, è in arrivo un giro di vite, anche se non ci sarà nessuna «militarizz­azione». «Sono misure di controllo, la nostra scuola rimarrà un ambiente aperto - dichiara il preside, raggiunto al telefono -. Anche in questi giorni sono state svolte nella nostra scuola attività di pomeriggio, senza nessuna difficoltà. Quello che vogliamo è solo che il nostro istituto rimanga un posto dove si possa crescere serenament­e e di conseguenz­a deve esserci fiducia reciproca». Una fiducia che un furto, non esattament­e piccolo, può minare.

Quasi sempre, in episodi del genere, soprattutt­o quando a essere sottratti sono cellulari di ultima generazion­e, la vicenda finisce con una denuncia alle forze dell’ordine. Ma troppo spesso gli autori del furto restano impuniti e il maltolto non viene restituito.

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Via Massalongo Attivo dal 1808 in centro città,, il Maffei è considerat­o il liceo più antico d’Italia

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