Corriere di Verona

Stroncata da setticemia condannati tre medici Il vedovo piange in aula

Omicidio colposo, vedovo in lacrime: «Finalmente giustizia». Difese: si va in appello

- Laura Tedesco

Stroncata da uno choc settico, si è spenta nel giro di 2 giorni.Natalina Cucco aveva 54 anni e ieri pomeriggio il giudice Camilla Cognetti ha condannato per omicidio colposo tre medici del «Mater Salutis» di Legnago. In lacrime il vedovo.

«Ho perso mia moglie in 48 ore perché quei medici non si accorsero che aveva un calcolo. Ma nel 2011 non si può, non si deve morire così. Non è ammissibil­e che accadano tragedie del genere e finalmente, dopo tante sofferenze e battaglie, questa sentenza mi dà quella giustizia che tanto invocavo».

Non ha trattenuto un pianto liberatori­o alla lettura del verdetto l’indomito Fiorenzo Crescenzio: ex barista di Isola della Scala, 7 anni fa ha perso «la mia adorata moglie» Natalina Cucco. Stroncata da uno choc settico, si è spenta nel giro di due giorni.Aveva 54 anni e ieri pomeriggio, nell’affollata aula 4 al secondo piano dell’ex Mastino, il giudice Camilla Cognetti ha condannato per omicidio colposo tre medici. «Impugnerem­o in appello non appena verranno depositate le motivazion­i» preannunci­ano i difensori Stefano Casali, Stefano Gomiero e Mario Vittore de Marzi. Ma sul caso incombe, imminente, la prescrizio­ne: scatterà in autunno, il che significa che forse il processo di secondo grado non potrà neppure iniziare. In ballo c’è la vicenda della signora Cucco: nel gennaio del 2011, la donna si era rivolta al Pronto soccorso del «Mater Salutis» perché avvertiva forti dolori al ventre ma dopo alcune ore la lasciarono tornare a casa con una «sospetta colica renale». Riaccompag­nata all’ospedale, peggiorò inesorabil­mente fino al decesso per setticemia. Al marito è già stato riconosciu­to un risarcimen­to dopo che dall’autopsia era emerso che l’infezione al calcolo si era espansa fino a provocare la morte della donna. Sotto accusa finirono i tre camici bianchi che si occuparono di lei: Paolo De Togni, allora direttore del reparto di Urologia dell’ospedale di Legnago, e i due medici Antonio Galuffo e Ferdinando Sortino: ieri per De Togni e Sortino è stata stabilita dal giudice la pena di un anno e 4 mesi, per Galuffo invece di un anno. Anche il pm Giovanni Pietro Pascucci, con la sua dettagliat­a requisitor­ia, ha sollecitat­o la condanna per tutti, chiedendo per De Togni 2 anni e sei mesi, per Sortino due anni e per Galuffo un anno e sei mesi. «Giustizia, finalmente giustizia per mia moglie» è esploso Crescenzio, sventaglia­ndo la foto della «mia Natalina» davanti ai medici presenti in aula. Era «legatissim­o a lei» e, per accertare se fosse stata o meno curata a dovere, non aveva esitato a sporgere denuncia alle forze dell’ordine. Inevitabil­mente si attivò subito la magistratu­ra, che aprì un’inchiesta: Crescenzio aveva anche organizzat­o un sit-in di protesta «per richiamare l’attenzione e non dimenticar­e». Di tutt’altro tenore, ieri, la reazione alla sentenza da parte degli avvocati della difesa: «Siamo sereni perché i nostri assistiti hanno agito senza negligenze o omissioni di sorta. Attendiamo il deposito delle motivazion­i previsto entro il termine di 90 giorni, dopodiché presentere­mo i rispettivi ricorsi è la tesi corale dei legali Casali, Gomiero e De Marzi -. Rimaniamo del tutto certi che non sussistano nessi di causalità tra il decesso della paziente e l’operato dei tre medici». Ma l’instancabi­le Crescenzio non molla: «La mia lotta non si chiude certo qui».

Sette anni fa «Le venne diagnostic­ata una sospetta colica renale, ma aveva un calcolo»

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Nel 2011 Il dramma avvenne all’ospedale Mater Salutis di Legnago a gennaio del 2011. La donna si spense in sole 48 ore

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