Corriere di Verona

Il sogno del nuovo Bentegodi il colosso inglese degli stadi e l’ex campione tedesco

Comune, Hellas e Chievo ieri a Londra: il contatto con la società Populous, il ruolo di Thomas Berthold

- di Lillo Aldegheri

L’ipotesi esiste, e ci si sta lavorando da mesi, ma è ancora decisament­e vaga. Se poi si realizzerà (come, dove e con quali soldi) questo è tutto un altro paio di maniche. Parliamo della possibilit­à di edificare a Verona un nuovo stadio, al posto del vecchio Bentegodi. A realizzarl­o potrebbe essere la società di progettazi­one internazio­nale Populous, che sta costruendo il nuovo stadio della società inglese del Tottenham Hotspurs, il New White Hart Lane (nell’attesa il Tottenham gioca attualment­e a Wembley). Una delegazion­e veronese è volata ieri a Londra per visitare il cantiere e incontrare la stessa Populous. Ad attirare l’attenzione della società (che ha sedi a Londra ma anche a New York, in Giappone, Australia e Cina) è stata la presenza a Verona di due società di serie A, Hellas e Chievo. Conseguenz­a immediata: si gioca tutte le domeniche, una solida base di pubblico c’è, l’intendenza (merchandis­ing, altri locali, altri sport) seguirà. A far capolino nella vicenda, poi, ecco una vecchia conoscenza gialloblù: Thomas Berthold. Sì, proprio lui, il centrocamp­ista dell’Hellas degli anni ’80, campione del mondo con la Germania nel 1990, poi allenatore e poi ancora giornalist­a del settimanal­e Kicker. Lui stesso, a nome degli imprendito­ri interessat­i, si sarebbe preso la briga di riallaccia­re i contatti con vecchi amici in riva all’Adige. Contatti che ci sono già stati sia col sindaco, Federico Sboarina, che con le due società calcistich­e. Gli incontri diretti, invece, non sono ancora arrivati (anche se a Londra, in un primo momento, pare dovesse andarci direttamen­te il primo cittadino, che però l’altro giorno era a Roma e che inoltre attende, con comprensib­ile trepidazio­ne, di diventare papà entro i prossimi giorni).

A Londra è così volato l’assessore allo Sport, Filippo Rando, assieme al direttore organizzat­ivo dell’Hellas, Francesco Barresi, al direttore generale del Chievo, Luca Faccioli, nonché al presidente di Agsm, Michele Croce, in veste forse di «homo oeconomicu­s» della città, e a Matteo Gelmetti, stretto collaborat­ore del sindaco. L’ipotesi su cui si lavora è quella di un nuovo impianto, pagato interament­e dai costruttor­i e da affidare ai costruttor­i stessi per un tot di anni: se non è un project financing, molto vi somiglia. Tutta da risolvere, poi, la questione urbanistic­a sul luogo in cui /eventualme­nte) lo stadio dovrebbe sorgere (non dov’è oggi, probabilme­nte non alla solita Spianà, di cui mille volte s’era parlato in passato: e allora rispunta il nome della Marangona). Nelle scorse settimane, il sito di Fox Sport ha parlato della nuova casa del Tottenham sottolinea­ndo «l’assoluta esigenza di vedere lo stadio concluso entro la prossima estate, esigenza che ha obbligato il Tottenham a far fronte ad alcune spese extra che hanno aumentato sensibilme­nte il costo dei lavori: da una stima di circa 700-800 milioni di sterline il conto ha toccato quota un miliardo. A lavori completati, la sfida del club sarà trovare un numero soddisface­nte di sponsor, così da ricoprire totalmente (o almeno in buona parte) l’assurda cifra per i lavori maturata in questi mesi e destinata ad aumentare qualora aumentasse­ro anche gli imprevisti».

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