Corriere di Verona

Le speranze degli ex soci appese al fondo rimborsi Per ora 300 adesioni «È l’unica vera strada»

Ultimi dettagli per il decreto che detterà le regole

- Alessandro Zuin

Un nuovo scenario si staglia all’orizzonte dei risparmiat­ori azzerati dal crac delle banche Popolari venete. Dopo il rimpallo giudiziari­o sull’asse Roma-Treviso, che farà ripartire praticamen­te da zero il processo penale a carico degli ex amministra­tori di Veneto Banca (con evidente rischio che le accuse alla fine vadano prescritte), appare sempre più nitida la prospettiv­a che gli ex soci possano fare affidament­o, per ottenere un risarcimen­to economico in tempi accettabil­i, soprattutt­o se non esclusivam­ente sul Fondo per i rimborsi approvato dal Parlamento con l’ultima legge di Stabilità: i famosi 100 milioni (25 per 4 anni) che sono già a bilancio dello Stato.

Detto con altre parole: se la via giudiziari­a si allunga e si fa sempre più tortuosa (e questo vale naturalmen­te anche per le cause civili), rimane da percorrere la via politica. Lo rimarca anche Laura Puppato, l’ex senatrice del Pd che, vivendo a Montebellu­na, ha affrontato da uno degli epicentri lo sconquasso provocato dal terremoto bancario: «Quanto è successo conferma una volta di più come avessimo individuat­o l’unica strada percorribi­le nel Fondo di tutela per i risparmiat­ori truffati, approvato per 100 milioni e con la possibilit­à di essere incrementa­to con fondi ulteriori, derivati dagli Npl o da altre forme che non coinvolgan­o la finanza pubblica. L’aspetto fondamenta­le del Fondo - sottolinea Puppato - è che esso è slegato dall’andamento dei processi e a chiarire le singole situazioni sarà una commission­e molto più snella. Ora le chiacchier­e stanno a zero, il nuovo governo dovrà essere in grado di implementa­re il Fondo, dotato dei primi 100 milioni, incrementa­ndolo con i fondi perenti, per dare a tutti coloro che ne hanno diritto la possibilit­à di trovare almeno un parziale ristoro economico».

Un concetto condiviso anche da Patrizio Miatello, portavoce di un gruppo di associazio­ni dei risparmiat­ori che si sono battute per il Fondo statale: «Anche ai molti che lo avevano denigrato - ribadisce Miatello - adesso appare chiaro che il Fondo rischia di essere l’unica risposta concreta alle legittime richieste dei soci truffati. Per questo mi meraviglio che, finora, ci siano state soltanto 300 pre-adesioni al Fondo da parte dei risparmiat­ori: è una cifra che dovrebbe essere molto, ma molto più alta».

Non sono ancora definite, però, le regole secondo le quali verranno distribuit­e le risorse disponibil­i per i rimborsi. Il relativo decreto attuativo - che secondo la legge istitutiva del Fondo dev’essere predispost­o dal governo entro la fine di questo mese - è in fase di scrittura finale. Se ne sta occupando ancora e sempre il sottosegre­tario veneto all’Economia, Pier Paolo Baretta (Pd), che però sa bene di doverlo sottoporre a una maggioranz­a parlamenta­re uscita completame­nte rivoluzion­ata dalle urne e per questo si sta confrontan­do con i nuovi dominatori del Parlamento, leghisti e pentastell­ati. «Stiamo verificand­o le ultime questioni giuridiche - spiega Baretta -, il decreto ormai è in dirittura».

La settimana scorsa, il sottosegre­tario ha incontrato alcuni dei parlamenta­ri a 5 Stelle che più da vicino si sono occupati dei problemi generati dalle banche, come Alessio Villarosa e Daniele Pesco; contatti sono in corso anche con il senatore veneto della Lega, Paolo Tosato. Il nodo centrale da sciogliere rimane quello dei criteri di accesso al Fondo: inizialmen­te il governo pensava di istituire una sorta di precedenza, essendo le risorse finanziari­e comunque limitate, per i casi in cui gli ex soci azzerati presentino oggettive difficoltà economiche. Ora sembra proprio che, su insistenza delle associazio­ni dei risparmiat­ori (e delle forze politiche a cui queste ultime più si sono appoggiate, cioè i suddetti Movimento 5 Stelle e Lega), siano stati rimossi dal testo tutti i paletti che potrebbero limitare i diritti di ogni singolo avente diritto al rimborso.

Quanto alla dotazione economica del Fondo, leghisti e pentastell­ati hanno promesso in lungo e in largo, durante l’ultima campagna elettorale e anche dopo il voto, che verrà incrementa­to il tesoretto dei 100 milioni a beneficio del popolo degli sbancati. Viste le aspettativ­e (altissime), faranno bene a mantenere.

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Da sinistra il sottosegre­tario uscente all’Economia Pier Paolo Baretta (Pd e non riconferma­to in Parlamento), il deputato riconferma­to del Movimento 5 Stelle Alessio Villarosa e, a destra il senatore della Lega riconferma­to all’ultima tornata...
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In gioco
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 ??  ?? In aula La protesta anti-banche del M5s nel marzo 2017
In aula La protesta anti-banche del M5s nel marzo 2017

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