Hellas e Chievo, il timer-salvezza e l'ora della verità
Tutto in un pomeriggio. VERONA L’Hellas affronta il bivio di una stagione a Benevento, domani. Alle 17 il via alla partita con i giallorossi, nel recupero del turno rinviato per la tragica scomparsa di Davide Astori. Se non è un «dentro o fuori» per il Verona, poco ci manca. Gli effetti benefici delle vittorie con il Torino e il Chievo si sono appiattiti con le due pesanti sconfitte rimediate con Atalanta e Inter. Otto gol subiti e nessuno fatto in 180’ in cui l’Hellas è ricaduto nella pochezza di inizio campionato. Tutti i progressi – sia pur lievi – che in questi mesi il Verona aveva registrato sono svaniti sotto il diluvio di reti che è piovuto addosso alla squadra di Fabio Pecchia. La gara con il Benevento è, prima di tutto, un crocevia morale. Perderla suonerebbe come un anticipo della retrocessione, un pareggio avrebbe le sembianze di una sospensione della condanna. Serve vincere per rilanciare le quotazioni gialloblù. A riuscirci, con un filotto di partite che comprende gli incontri con Cagliari, Bologna, Sassuolo, Genoa e Spal, le prospettive per il Verona si farebbero meno oscure, sebbene sempre complesse. Tocca usare spesso il condizionale, modo verbale più che benedetto, viste le circostanze, che raccontano di un Hellas che ha insegnato quanto possa essere imprevedibile. Ti aspetti una prova di carattere e assisti a una scena muta degna dello studente più pigro e distratto. Credi che la parola «fine» sia soltanto un ghirigoro da scrivere per completare una trama malinconica ed ecco che il Verona piazza il colpo di coda, il sussulto che rimette tutto in discussione.
Benevento, però, è l’appuntamento in cui molto di più sarà detto. L’Hellas incrocia un avversario che ha ormai archiviato l’esito del campionato: ultimo in classifica, distante 16 punti dalla soglia che vale la salvezza. Eppure il Benevento è vivissimo, al netto dei grandi limiti che l’hanno spinto tanto in basso. Sabato, con la Lazio, è stato travolto da un classicamente tennistico 6-2, ma per un’ora, con un uomo in meno per l’espulsione di Puggioni, ha tenuto in apprensione i biancocelesti, che hanno a fatica ribaltato il risultato, per dopo dilagare nei minuti finali. In casa, inoltre, il Benevento ha preso una cadenza costante, pur non perdendo, suo malgrado, l’abitudine a rovinosi blackout. Ha un tecnico, Roberto De Zerbi, che non allenta la pressione sulla squadra e ha ordinato il ritiro a tempo indeterminato a Venticano. Troverà, l’Hellas, un ambiente in cui, nonostante la situazione, nessuno vuole mollare. Se il Verona sarà quello del derby vinto con il Chievo potrà avere delle chance di centrare il blitz. Se, invece, la prestazione andrà in fotocopia con le ultime, i problemi saranno evidenti. Quali gialloblù si vedranno, allora, allo stadio Vigorito? Di certo Pecchia dovrà rielaborare la difesa, con Nicolas e Fares squalificati. Silvestri titolare in porta, dunque, e dubbio per la fascia sinistra, con Souprayen (tornato dal 1’ già a Milano) che si gioca una maglia con Felicioli. Attenzione ad altre sorprese: Ferrari è appannato, Bianchetti in crescita. Il Verona non può sbagliare.
In vista del Vigorito Brutti numeri e segnali: Bianchetti e soci arrivano da 180’ con 8 gol subiti e zero segnati