Morti sul lavoro Verona al top nella lista nera
Nel 2018 già 8 decessi. Il Veneto in testa tra le regioni
Otto morti sul lavoro nei primi tre mesi del 2018. Gli stessi registrati in provincia di Milano, per il triste primato di province italiane dove si muore di più in orario di lavoro.
Un’esplosione improvvisa e due operai recuperati senza vita dal serbatoio utilizzato come essiccatoio dell’azienda Ecb di Treviglio, nel Bergamasco. Una tragedia sul lavoro, l’ennesima, la cui eco è arrivata anche a Verona. Sono i dati dell’Osservatorio Indipendente di Bologna a lanciare l’allarme ricordando che il Veneto è la regione italiana che ha fatto registrare il maggior numero di vittime (20) dall’inizio dell’anno, con le province di Verona e Treviso a guidare la tutt’altro che invidiabile classifica. Otto le croci piantate in riva all’Adige nei primi tre mesi del 2018. Le stesse registrate in provincia di Milano, per il triste primato di province italiane dove si muore di più in orario di lavoro. Secondo lo Spisal dell’Uls scaligera, in tutto il 2017 gli infortuni mortali tra città e provincia erano stati 9, contro i 5 del 2016.
Ma alcuni degli episodi relativi al 2018 e riportati dall’osservatorio bolognese, probabilmente, non rientrano nei criteri del dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria locale. «In Italia abbiamo registrato 149 morti sui luoghi di lavoro rispetto ai 133 dello stesso periodo del 2017 spiega l’Osservatorio gestito da Carlo Soricelli-, un aumento del 10,7%. Gli incidenti mortali con trattore sono stati 15 e con l’inizio della bella stagione, le vittime sono destinate ad aumentare spaventosamente».
Un fenomeno, quello delle cosiddette «morti verdi» che ha riguardato anche il Veronese con due episodi registrati da gennaio ad oggi: l’incidente di Moruri dello scorso 24 marzo costato la vita a Luigi Menini, 61 anni e quello di Sommacampagna dell’8 marzo costato la vita ad Agostino Brentegani, 83 anni. Nel 2017,
Nel Veronese i morti sotto al trattore sono ormai diventati una tragica costante a Verona i decessi a causa del mezzo agricolo, erano stati 6 in tutto. Stava lavorando in campagna anche Marco Benedetti, il 47enne di Sant’Anna, ucciso dalla motosega che stava manovrando il 28 gennaio.
Vittime di incidenti in azienda, invece, Marco Cossu, 41 anni, travolto da una barra d’acciaio a Vallese di Oppeano il 31 gennaio e Aldo Berti, 73 anni, scivolato da una scala mentre stava riparando un macchinario nell’azienda del figlio a Casaleone il 17 marzo. L’Osservatorio di Bologna include nella statistica anche la morte di Tommaso Donisi, il giovane deceduto in ospedale dopo l’incidente in scooter avvenuto l’8 marzo alle Golosine, mentre stava consegnando pizze a domicilio. E, infine, le vittime dell’incidente aereo di Arbizzano dello scorso 31 gennaio: il comandante Prospero Antonini 69 anni e l’allievo Lino Lavarini, 61; precipitati mentre stavano effettuando un «volo di ripresa». «Si tratta di una disfatta culturale - commenta Soricelli -. Pensiamo agli incidenti con i mezzi agricoli: ci sono stati oltre 650 vittime nell’ultima legislatura e la politica che ha fatto?».
Basti ricordare l’allarme lanciato dall’Associazione sostenitori amici della polizia stradale (Asaps): «Nei mesi di aprile e maggio 2017, si sono contate più vittime dei trattori che sull’intera rete autostradale in Italia».