Corriere di Verona

Sprofondo Hellas Chievo beffato: solo pari

L’ultima in classifica ne rifila tre ai gialloblù che non abbozzano mai una reazione. Lascia il ds Fusco: «Prestazion­e mortifican­te»

- di Matteo Fontana e Matteo Sorio

Giornatacc­ia per le veronesi nel recupero della 27esima giornata. L’Hellas viene travolto a Benevento per 3-0, si dimette il ds Fusco. Il Chievo avanti con Giaccherin­i, è raggiunto nel finale al Bentegodi da un Sassuolo in 9.

Non è soltanto perché l’Hellas, con il Benevento, subisce una lezione che rimarrà negli annali. Non è soltanto perché il Verona, questo Verona, è sempre più imbarazzan­te. La censura è un obbligo morale, a fronte di quanto si vede nel recupero di campionato del Vigorito. Il Benevento avrebbe fatto meno fatica a vincere l’amichevole del mercoledì con una selezione dilettanti­stica del Sannio.

L’Hellas non esiste più, cari signori. Filippo Fusco si dimette, anticipand­o un addio comunque già annunciato, e Fabio Pecchia è più che in bilico. Dice, Fusco: «Prestazion­e che non lascia commenti se non la mortificaz­ione. Devo metterci la faccia e rassegnare le dimissioni. Numericame­nte l’obiettivo è ancora alla portata. La mia decisione? Nasce alla luce della prestazion­e della squadra, che non è stata dignitosa: oggi non è scesa in campo. Non mi aspettavo questa reazione, eravamo convinti di fare una partita diversa. Abbiamo sbagliato e se si sbaglia si paga. Con questo atteggiame­nto la salvezza non è un obiettivo raggiungib­ile. Oggi è mancato l’orgoglio». C’è da domandarsi che fine abbia fatto, il Verona, dopo il doppio successo con Torino e Chievo. L’istinto sarebbe di ritenere che siano state, quelle, affermazio­ni casuali, e non il risultato di una presunta crescita che non si è mai realizzata, ipotesi campata per aria fin dall’inizio di questa stagione, dettata dalle parole e non dai fatti. Rimangono otto giornate da giocare in un campionato che è stato una sciagura. Domenica arriva al Bentegodi il Cagliari, poi ci saranno altri scontri diretti. Per la matematica ci sarebbero pure i numeri per rimontare, ma il Verona è stracotto, alla frutta, al limite del ridicolo. La dimostrazi­one viene da Benevento, prova provata di quanto questa squadra sia scombicche­rata. In tre giornate ha subito 11 gol, ed è stato addirittur­a fortunato a non buscare batoste ancor più bibliche. Questa non è pochezza: è dissoluzio­ne, vuoto cosmico, umiliante nulla. L’Hellas ha un atteggiame­nto turistico. Pare che sia arrivato al Vigorito per caso. Viene da chiedersi in che modo sia stata preparata questa partita, decisiva per le sorti del campionato dell’Hellas. Se i gialloblù non confermano la distruttiv­a abitudine a prendere gol dopo pochi minuti dall’inizio della gara è soltanto perché Marco Silvestri compie almeno tre parate fondamenta­li. A De Zerbi bastano poche idee ben applicate per mandare in confusione Pecchia: un doppio centravant­i fisico (con Iemmello c’è l’altro «lungo» Diabaté), un 44-2 aggressivo, tanta corsa e incessante dinamismo in tutti i reparti. Poi ci sono le colpe fatali del Verona, sempre passivo, mai pronto a mettere pressione ai portatori di palla. Esemplare è la rete di Letizia, libero di veleggiare tra la metà campo e la trequarti. E la reazione dell’Hellas? Arrivederc­i. Il secondo tempo è una passeggiat­a di salute per il Benevento. Silvestri evita almeno altri tre gol, ma poco può fare su Diabaté, doppietta che sigilla una vittoria che più meritata non si può. Onore a chi non ha mai mollato, scorno senza possibilit­à di appello per gli altri.

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 ??  ?? Sigillo finale Diabatè segna la doppietta che fissa il punteggio sul 3-0 per il Benevento, Hellas non pervenuto
Sigillo finale Diabatè segna la doppietta che fissa il punteggio sul 3-0 per il Benevento, Hellas non pervenuto
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