Il lago, la terra e i vigneti Un libro e una mostra per Lugana e Trebbiano
Un racconto per immagini della terra di Lugana, quel mondo di Catullo e di Petrarca, il piccolo lago del Frassino dalle magiche luci, Peschiera dalle solide mura aperte sul Garda e i vigneti dorati a perdita d’occhio. Una ricostruzione scrupolosa e avvincente di fatti e personaggi che si sono succeduti in questa terra fin dai tempi dei Romani. La storia del successo di un vitigno autoctono, il Trebbiano di Lugana, che in 50 anni da semplice vino da tavola di contadini è riuscito ad imporsi sulle tavole di tutto il mondo e a rappresentare l’eccellenza della produzione agroalimentare italiana.
Giovedì 12 aprile alle 18 alla Biblioteca Capitolare, in un incontro moderato da Luciano Ferraro caporedattore del
Corriere della Sera, viene presentato il progetto «Nell’oasi della Lugana l’anima di Zenato», per celebrare il territorio della Lugana. «La nostra famiglia ha le sue radici proprio qui, nella Lugana – racconta Nadia Zenato -. Con grande passione e determinazione abbiamo creduto in questo territorio, abbiamo investito nella valorizzazione di un vitigno autoctono, il Trebbiano di Lugana, impegnandoci in prima persona per renderlo un grande bianco conosciuto in tutto il mondo. Dal nostro impegno quotidiano nel vigneto e in cantina è nata questa scelta di condividere le emozioni e le bellezze di questo territorio». Da questo presupposto è nato il libro «Nell’oasi della Lugana l’anima di Zenato» (Edizioni Biblos), a cura dello storico veronese Bruno Avesani, del giornalista Cesare Pillon, firma tra le più apprezzate dell’enogastronomia e del fotografo Francesco Radino uno degli autori più influenti nel panorama della fotografia contemporanea in Italia. Accanto al libro, una mostra fotografica aperta al pubblico dal 13 al 25 aprile al museo Canonicale della Biblioteca Capitolare. La mostra propone una scelta antologica delle fotografie contenute nel volume, proposte in grandi formati.