«Innovazione e inclusione ecco perché Sgarbi ha torto»
Briani: andremo oltre il bello già noto a tutti
«Vittorio Sgarbi è VERONA molto simpatico, e in parte capisco il suo punto di vista: ma stavolta sbaglia, perché questa è un’opportunità serissima di fare qualcosa di nuovo e di importante per Verona». Francesca Briani, assessore comunale alla Cultura, risponde sorridendo alle dichiarazioni del critico d’arte, che ha suggerito al sindaco Federico Sboarina di rinunciare alla candidatura della nostra città a capitale italiana della Cultura per il 2021.
L’assessore Il bando richiede inclusione sociale e innovazione: la nostra proposta li conterrà Salemi e Ferrari Ottenere la nomina per il 2021 libererebbe grandi risorse dal Patto di stabilità
«Vittorio Sgarbi è VERONA molto simpatico, e in parte capisco il suo punto di vista: ma stavolta sbaglia, perché questa è un’opportunità serissima di fare qualcosa di nuovo e di importante per Verona». Francesca Briani, assessore comunale alla Cultura, risponde sorridendo alle dichiarazioni di Sgarbi, che ha suggerito al sindaco Federico Sboarina di rinunciare alla candidatura della nostra città a capitale italiana della Cultura per il 2021. «Verona non ne ha bisogno – sostiene Sgarbi – perché se ti candidi poi potrebbe vincere Catanzaro, ed il rischio di farsi sbeffeggiare è troppo alto». Ma l’assessore Briani è di parere opposto, E spiega perché. «Su questo tema – ricorda – lavoro da molto tempo: già tre giorni dopo il mio insediamento ci fu una lettera aperta del professor Mario Allegri che mi fece molto pensare. E ora sono convinta più che mai che a questo bando Verona deve partecipare».
L’assessore delinea anche una vera e propria bozza di progetto come base di partenza per la candidatura. «Pensiamo all’Adige, e proviamo a pensare ad un percorso lungo le sue acque. Partiamo dall’Ospedale Maggiore, un’eccellenza assoluta nazionale. Siamo in Borgo Trento, ed incontriamo l’Arsenale che potrebbe essere il nostro progetto-bandiera. A seguire, la zona delle ville liberty e quella legata alla storia austriaca con Porta San Giorgio. E le cinque chiese che già fanno parte del percorso Verona Minor Jerusalem. Pochi passi, ed ecco due musei, quello archeologico e quello di Storia Naturale; e ancora il Teatro Romano ed il colle fondativo della città: dove al mondo ci sono tesori del genere l’uno accanto all’altro?». L’assessore s’infervora: «Entriamo poi in Veronetta, col Polo universitario e le Porte storiche, costeggiamo il Monumentale dove, con Agec, si sta facendo un ottimo lavoro sulla scultura dell’OttoNovecento, e poi giù fino al Lazzaretto...». Un progetto già quasi delineato, insomma. «I bandi – dice Briani - chiedono discontinuità col passato, inclusione sociale, innovazione. E noi abbiamo tutto. È vero che, come dice Sgarbi, siamo già belli come siamo, ma spesso ci si ferma all’interno dell’ansa dell’Adige, basta guardare tante mappe turistiche. E allora – conclude Briani – cerchiamo di mettere le realtà che si possono mettere attorno ad uno stesso tavolo: dopo di che Sgarbi è simpaticissimo, e in molte cose concordo con lui, ma io vengo dallo sport agonistico e dico che allenarsi bene per partecipare una grande gara è già di per sé positivo e fa solo bene. A tutti».
Critiche a Sgarbi anche dal fronte politico opposto. Orietta Salemi, vicecapogruppo del Pd in Regione e Tommaso Ferrari consigliere comunale di Verona Civica, affermano infatti che «l’uscita di Sgarbi non deve intimidirci. Anzi! Andiamo avanti convinti». Secondo Salemi «ci sono molte ragioni contro il ‘bastian contrario’ Sgarbi, e il bando nazionale può diventare un’incredibile occasione per costruire relazioni di rete a regia comunale, e per liberare dal Patto di stabilità risorse per il nostro patrimonio artistico, basti pensare al Parco delle Mura». «Vincere il bando sarebbe bellissimo – aggiunge Ferrari - ma ciò che conta è l’opportunità di costruire una rete di alleanze, dal Garda alle colline della Valpolicella. Verona Capitale Cultura 2021 nel Veneto di Cortina 2021, capitale dei mondiali invernali: quale connubio migliore? E se un mostro sacro come Sgarbi critica questa scelta - conclude Ferrari - beh, è il caso di dire col poeta Catullo “il borbottio dei vecchi troppo arcigni stimiamolo un soldo”».