Hall of Fame, Bagnoli: «Io nel cuore dei veronesi»
Vicino a lui sono seduti Ruud Gullit e Alessandro Del Piero. Osvaldo Bagnoli ha l’eleganza del gentiluomo di periferia, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, a Firenze. Ieri pomeriggio (vedi foto) l’allenatore del Verona più grande e bello, l’Hellas campione d’Italia, due volte finalista in Coppa Italia, capace di splendide imprese in Europa, è entrato nella Hall of Fame del calcio italiano. Un riconoscimento che, dal 2011, premia le figure che hanno fatto la storia del pallone nel Paese. Presenti le maggiori autorità della Figc, organismo che, di concerto con la Fondazione del Museo del calcio, designa i nomi che accedono alla «galleria della gloria», Bagnoli, buonissimo giocatore e risultati eccezionali in diverse realtà da tecnico (con lui il Genoa fu quarto in A e arrivò alle semifinali di Coppa Uefa, battendo il Liverpool ad Anfield Road), ha ricevuto un’onorificenza che ne decreta l’impatto avuto sul calcio italiano: «Ho avuto la fortuna di avere dei giocatori che andavano d’accordo tra loro, se c’è armonia nello spogliatoio è tutto più semplice», le parole di Bagnoli: «Mi fa piacere essere entrato nel cuore dei veronesi. Ricevere questo premio è stata una sorpresa anche per me. Ieri (domenica, ndr) non sono andato a vedere il Verona perché temevo mi chiamassero in panchina. Se oggi esiste un altro Bagnoli? Non sta a me dirlo». Sul palco di Firenze altre grandi figure, da Bruno Conti e Sergio Campana a Elisabetta Vignotto.