Corriere di Verona

Coltello contro madre e figlia: «Vi uccido» La polizia le salva, pm e gip lo allontanan­o

«Grave rischio per l’incolumità»: via di casa compagno-padrone. Decisivi i vicini

- Laura Tedesco

«Vi ammazzo, adesso entro e vi uccido tutte e due... Lo vedete questo coltello»? All’arrivo dei poliziotti, lui teneva ancora la lama infilata sotto la porta della stanza dove si erano rifugiate la convivente e la loro bimba. E quando gli agenti le hanno raggiunte per aiutarle e accertarsi che stessero bene, le hanno trovate abbracciat­e, strette l’una all’altra. Raggomitol­ate in un angolo, neppure alla vista della polizia si sono subito riprese dallo choc.

Erano terrorizza­te da quell’uomo che non riuscivano più a riconoscer­e, che le «aggrediva sempre più spesso», le «minacciava per i più futili pretesti». Subito, informato dalla Questura, il pm di turno Giovanni Pascucci ha disposto «l’allontanam­ento urgente dal tetto familiare per tutelare l’incolumità delle parti offese»: si tratta di un provvedime­nto introdotto dalle norme che hanno inasprito pene e misure per arginare la violenza sulle donne. Di fatto, in casi particolar­mente gravi, la procura può «cacciare» immediatam­ente di casa l’indagato senza dover attendere (come solitament­e avviene) il nullaosta del gip. Quest’ultimo, nei giorni successivi, provvede poi all’interrogat­orio e alla convalida o meno della misura cautelare.

Per il brasiliano di 49 anni bloccato domenica, «ogni scusa era buona per gridare contro le vittime i peggiori insulti». E la convivente, connaziona­le di poco più giovane, sopportava in silenzio angherie e frustrazio­ni tanto pesanti quanto ripetute. Temeva che potesse accadere qualcosa alla loro piccola, alla bimba nata dall’amore che un tempo li univa ma ora era degenerato in violenza, paura, rassegnazi­one. Fortunatam­ente, 4 giorni fa, le hanno salvate i vicini di casa: preoccupat­i dalle «sempre più frequenti» urla che provenivan­o dall’appartamen­to dove in città la famigliola abitava da tempo, hanno telefonato alla polizia e immediatam­ente, sul posto, si sono presentati gli agenti riuscendo a bloccare quel padrecompa­gno padrone ancora fuori di sé dalla rabbia. Probabilme­nte era sotto l’effetto dell’alcol e, mentre lo portavano via, ha continuato a minacciare le vittime. Aveva anche messo a soqquadro l’appartamen­to e il pavimento era cosparso di vetri e frammenti.

Ieri doveva essere interrogat­o dal gip Luciano Gorra, invece all’udienza c’era solo il suo difensore Francesco Spanò, che vanamente ha tentato di contattarl­o. «Ormai ci minaccia ogni giorno» ha confermato la convivente quando è stata sentita. «Non deve più avvicinars­i alle parti lese», ha confermato ieri il gip. Ma madre e figlia lo temono ancora.

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Ancora abbracciat­e Mamma e figlia (foto archivio) si tenevano ancora strette

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