Corriere di Verona

Vinitaly and the city fa il pienone in centro Tutti in coda con il calice in mano

Inaugura la presidente del Senato, in fiera anche Meloni, Martina e Galletti

- Alessio Corazza

Vinitaly and the City, il fuori salone di Vinitaly, ha passato l’esame. Per tantissime persone, il Vinitaly sarà questo: iniziative nelle piazze (centro pulsante, piazza dei Signori e cortile Mercato Vecchio, oltre a nuove location come lungadige San Giorgio, regaste e piazza San Zeno, arco dei Gavi, Arsenale) e naturalmen­te il percorso degustazio­ne: una ricetta che ha fatto il tutto esaurito. Lunghe code per procurarsi i biglietti.

Matteo Salvini e Luigi Di Maio non sono mai comparsi nella stessa inquadratu­ra. Almeno fino ad oggi, quando entrambi saranno a Verona per la giornata inaugurale della 102 esima edizione di Vinitaly. Sarà la foto più ambita e ricercata, quella che ritrae assieme per la prima volta i due vincitori del 4 marzo, la rappresent­azione plastica di un possibile governo tra Lega e Movimento Cinque Stelle che i numeri parlamenta­ri invocano ma i veti incrociati hanno finora impedito.

Salvini arriverà in fiera alle 10.30 e si protrarrà fino a pomeriggio inoltrato. «Al Vinitaly non ci vengo per fare un cicchetto o bianchino ma perché il vino è un mercato importante per il futuro», ha scritto ieri su Facebook sottolinea­ndo che visiterà diversi stand, a partire da quelli di Molise e Friuli Venezia Giulia, le due regioni al voto nelle prossime due settimane. Salvini farebbe tempo a incontrare di Di Maio, il cui arrivo è atteso per le 14.30. Succederà? È possibile, forse persino probabile, ma il tutto dovrà apparire un incontro casuale e spontaneo. Una stretta di mano di cortesia davanti ai flash e poi via, ognuno per la sua strada. Nessun caffé (o bicchiere di vino) insieme in una stanzetta riservata, nessun «patto dell’Amarone» come la stampa lo avrebbe subito ribattezza­to. Salvini aveva lanciato l’invito nella speranza di provare a vincere le resistenze pentastell­ate all’intesa di governo, senza l’imbarazzo di avere vicino Silvio Berlusconi che gli ruba la scena (come al Quirinale) e spara a zero contro il possibile alleato. Di Maio, però, pare abbia declinato.

Il leader di Forza Italia non ci sarà, ma ci sarà Giorgia Meloni per Fratelli d’Italia, anche lei attesa in mattinata. E non mancherà Maurizio Martina, il segretario-reggente del Partito democratic­o postrenzia­no, un habitué del Vinitaly negli scorsi anni come ministro delle Politiche agricole. Ore le deleghe ce le ha,

ad interim, il presidente del consiglio Paolo Gentiloni, atteso al Vinitaly domani, mentre oggi sarà presente il viceminist­ro Andrea Olivero. Ci sarà poi anche il ministro dell’Ambiente Giancarlo Galletti.

Nell’ipotesi che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella possa provare a sciogliere lo stallo con un incarico esplorativ­o alla seconda carica dello Stato, ecco che la presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, potrebbe buttarsi avanti con il lavoro già oggi in fiera, dove taglierà il nastro alle 11. Potrebbe esserci, assieme a Salvini (accompagna­to dal neovicepre­sidente della Camera, Lorenzo Fontana), anche Giancarlo Giorgetti, un altro possibile futuro primo ministro. E ovviamente non mancherà il governator­e Luca Zaia che però, come ripete a ogni piè sospinto, sta «bene in Veneto». Certo è che, almeno per un giorno, Verona sarà il crocevia della politica italiana. E chissà che qualche bicchiere di vino non aiuti.

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