Tenta di uccidere il coinquilino Lo scovano nascosto in uno sgabuzzino
Una vendetta. Sarebbe stato questo il movente che, lo scorso 7 aprile,ha portato Hicam Mizani, marocchino senza fissa dimora di 41 anni, ad aggredire il suo ex coinquilino con i cocci di una bottiglia. Un agguato che aveva fatto finire il malcapitato, un veronese residente a Cologna Veneta, in ospedale a San Bonifacio con uno sfregio di diversi centimetri sulla guancia sinistra e il mento insanguinato. Era stata proprio la vittima, lasciata in quelle condizioni all’interno dell’appartamento, a trovare la forza di chiamare i carabinieri. Ma all’arrivo dei militari sul posto, il nordafricano si era già dileguato senza lasciare tracce. E per tutti questi giorni, gli uomini del luogotenente Fabrizio Di Donato sono stati impegnati in una vera e propria caccia all’uomo. Ricerca conclusa giovedì sera quando gli uomini dell’Arma hanno fatto irruzione in un casolare dove viveva un altro marocchino sottoposto agli arresti domiciliari. Nascosto al buio, in uno sgabuzzino, c’era Mizani, con il giubbino ancora sporco di sangue. E per lui, su disposizione del pm Maria Beatrice Zanotti, è scattato il fermo di indiziato di delitto con le accuse di lesioni gravissime aggravate. Domani mattina comparirà di fronte al giudice per le indagini preliminari Luciano Gorra e, assistito dall’avvocato Serena Materni, potrà raccontare la sua versione dei fatti. Al momento, secondo l’accusa, deve rispondere di un blitz dettato dalla sete di vendetta nei confronti dell’amico con il quale, fino a quella sera di follia, aveva condiviso l’appartamento. I due nel pomeriggio del 7 aprile, avevano avuto un’accesa discussione, al termine della quale l’italiano aveva invitato il marocchino ad andarsene. In piena notte, Mizani si era ripresentato lì e, utilizzando un secondo mazzo di chiavi, era riuscito a sorprendere l’ex amico nel sonno, aggredendolo. Ma, fortunatamente, non l’aveva colpito alla giugulare per questione di centimetri. Ora è in cella.