« A Bordeaux si fa networking come al Vinitaly»
«Al VinExpo di Bordeaux, come al Vinitaly, si va anche per fare networking. Ed è un aspetto che manca al ProWein di Dusseldorf». A parlare è Guillame Deglise, amministratore delegato del salone del vino francese che ha visitato in questi giorni Vinitaly. «Ma non siamo concorrenti»..a
Vinitaly a Verona, VinExpo a Bordeaux, ProWein a Düsseldorf, sono queste le «big three» nel panorama mondiale delle fiere del vino. La rassegna tedesca, che delle tre è la più giovane, negli ultimi anni, con il suo approccio puramente business e estremamente internazionale, è stata protagonista di una crescita spettacolare. E questo, se da un lato ha portato qualche grattacapo alla manifestazione veronese, dall’altro ha rappresentato una sfida diretta al grande salone francese, che ha una formula simile. Come i colleghi del Prowein (ieri, su queste colonne, ha parlato il direttore della fiera di Düsseldorf Hans Werner Reinhard), anche l’amministratore delegato (ceo) del VinExpo Guillame Deglise ha visitato in questi giorni Vinitaly. Delle tre, quella veronese è l’unica che tenta di far convivere il pubblico degli operatori specializzati con quello degli appassionati del vino e dei consumatori finali.
Signor Deglise, che impressione ha tratto dalla sua visita a Vinitaly quest’anno?
«Ho sempre avuto un gran rispetto per Vinitaly, che ho visitato in passato anche come espositore, visto che io sono anche produttore di vino in prima persona. Penso di poter dire che noi di VinExpo non siamo competitori di Vinitaly, che è molto ben organizzato per essere una grande festa del vino italiano, che i produttori attendono per incontrare i propri clienti. Vinexpo è invece una fiera più internazionale, gli espositori francesi sono il 40 per cento, e un po’ più business, con l’accesso riservato ai soli operatori professionali». È ProWein il vostro competitor diretto?
«Direi di sì. Sono due fiere internazionali, con espositori da 40 paesi, mentre Vinitaly è specializzata sul vino italiano. E poi a Verona c’è uno spirito molto particolare, si respira aria di festa. È il momento in cui tutta la comunità italiana del vino si stringe».
Anche Vinitaly, però, sente l’esigenza di diventare una piattaforma sempre più orientata al business.
«È vero, hanno lavorato in questa direzione negli ultimi tempi, e ci sono anche riusciti. Ma per me l’aspetto principale di Vinitaly resta l’attività di networking che poi, in Italia, è il vero modo di fare affari». E a Bordeaux che aria si respira durante VinExpo?
«È un po’ come Verona, si viene per la fiera, certo, ma anche per fare buoni contatti, per incontrare i propri distributori e clienti. Questa parte di networking manca invece al ProWein, che è puro business, ma io penso che il mondo del vino sia anche questo. Poi è chiaro che le ditte vogliono fare affari, e questo vale sia per quelle che vengono a Verona, a Bordeaux o a Düsseldorf».
Pensa che questi tre grandi saloni del vino possano convivere in un mercato sempre più competitivo?
«Sono fiere complementari. Non credo a una concentrazione di questi tre eventi, come non credo che in futuro avremo una sola fiera del vino».
Quello che oggi gli italiani vi invidiano è il posizionamento dei vini francesi nei mercati asiatici, dove il vino italiano ancora stenta.
«VinExpo è stata creata nel 1981 ed è stata la prima fiera così internazionale. Siamo stati i primi ad aprire a certi mercati, abbiamo portato VinExpo
ad Hong Kong che ancora oggi è la più importante fiera del vino in Asia, con 1400 espositori, e 18 mila visitatori professionisti contro i 2.500 espositori e i 40 mila visitatori di Bordeaux. Tra l’altro, nella prossima edizione a Hong Kong che si terrà a maggio, l’Italia sarà molto ben rappresentata».
Che spazi ci sono per il vino italiano in Francia e per quello francese in Italia?
«Le cose stanno cambiando rapidamente, rispetto al passato. Ci sono molti più vini italiani da noi, così come francesi - in particolare champagne e Borgogna - che si sviluppano sul mercato italiano. Tra l’altro proprio Vinitaly ha organizzato un evento interessante sui vini di Bordeaux e quelli di Bolgheri. Siamo in un mondo più globale di un tempo, e questa è una fortuna per tutti i produttori».
Vinitaly è una fiera ma anche una grande festa del vino italiano, non siamo in competizione tra noi