In 60 mila al fuori salone «Migliorerà»
Vinitaly and the City, circa 60 mila visitatori nei quattro giorni del fuori salone. L’afflusso è stato massiccio, a tratti imponente, specialmente nella giornata di sabato, tanto da aver sorpreso gli stessi organizzatori di Veronafiere. «Non è più una startup, lo tratteremo da grande evento».
Oggi è l’ultimo giorno della 52 esima edizione di Vinitaly, ma per Vinitaly and the City - il «fuori salone» con degustazioni, eventi e musica nelle piazze della città che si è svolto tra venerdì e lunedì - è già tempo di bilanci. Le stime parlano di circa 60 mila visitatori nei quattro giorni di manifestazione. L’afflusso è stato massiccio, a tratti imponente, specialmente nella giornata di sabato, tanto da aver sorpreso gli stessi organizzatori di Veronafiere. «Non ce lo aspettavamo in queste proporzioni ammette il presidente Maurizio Danese - ed infatti qualche limite organizzativo è emerso. Vinitaly and the City è come un bambino che sta crescendo, sta commettendo qualche piccolo errore».
Si riferisce, il presidente, al fatto ad esempio che in alcuni stand è finito il vino anzitempo, procurando qualche malumore tra i visitatori. «Piccole cose che denotano come non pensassimo che ci fosse così tanto pubblico. Da un altro punto di vista è stato comunque molto positivo, perché le piazze piene e i locali erano tutti pieni. Ma tutto questo dimostra che Vinitaly and the City non è più una startup, è diventato un prodotto fatto e compiuto che deve essere gestito come se fosse un’altra fiera. È un grande evento, e come tale va trattato».
Dall’anno prossimo, quindi, ci sarà una preparazione più attenta a Vinitaly and the City per cui, adesso, si pone anche il tema della sostenibilità economica visto che gli eventi sono tutti gratuiti (mentre sono a pagamento le degustazioni: 12 euro per un biglietto che dà diritto a tre assaggi). La formula seguita sarà quella che ha debuttato quest’anno: quella di appaltare a singole regioni lo sviluppo del programma su certe location, il tutto incoraggiando i visitatori a spostarsi a piedi da una location all’altra facendosi timbrare l’apposito «passaporto».
Quest’anno, oltre al Veneto in piazza dei Signori, ci sono state l’Emilia Romagna in piazza San Zeno, la Sicilia ai giardini dell’Arsenale e la Campania a lungadige San Giorgio. «Dal nostro punto di vista rappresenta un grande investimento che facciamo per la città - continua Danese - è ovvio che appaltarlo alle regioni diventa un modo perché diventi sostenibile». L’anno prossimo, con tutta probabilità, ci saranno altre regioni coinvolte: «Abbiamo già il Piemonte che scalpita per entrare», spiega il presidente.
Questo nuovo approccio a Vinitaly and the City potrebbe portare anche ad una estensione del calendario. «È ancora presto per parlarne, ma si potrebbe immaginare di fare cominciare il salone già nel fine settimana precedente, così gli alberghi inizierebbero a riempirsi già una settimana prima. Ma sono ragionamenti che faremo a tempo debito - spiega ancora il presidente Danese - Di certo inizieremo a lavorarci da subito, trattandolo come un singolo evento e non più come un semplice corollario di Vinitaly».