Corriere di Verona

La Lega rompe, Fi allo scontro A Vicenza è spaccatura

La Lega ufficializ­za la rottura a Vicenza e il candidato di Forza Italia si ritira. Paroli ribadisce: «Ora divisi pure a Treviso». Il caso a Roma

- Bonet

Dopo un vertice del centrodest­ra che ha ufficializ­zato la frattura a Vicenza, con la Lega che toglie il sostegno al candidato azzurro, il coordinato­re regionale di Forza Italia, Adriano Paroli annuncia che «Vicenza e Treviso erano legate da un patto, se cade una, deve venire giù l’altra».

Paroli (Fi) Vicenza e Treviso erano legate da un accordo e se viene a cadere Vicenza, mi pare evidente che viene giù pure Treviso Gasparri (Fi) Leggo dichiarazi­oni esagitate, stiamo tutti calmi. Forza Italia chiede ancora il rispetto dell’accordo preso, indicherem­o un altro candidato Il tavolo nazionale La rottura regionale nelle mani dei pontieri, Gasparri e Giorgetti pronti a mediare

Lo strappo, a lungo annunciato, si è infine consumato. Forza Italia e Lega correranno separate a Vicenza e a cascata pure a San Donà di Piave e Adria e anche in alcuni Comuni più piccoli del Veronese, come Sona e Bussolengo. E la frattura, minacciano gli azzurri, potrebbe arrivare fino a Treviso, dove il patto pareva al sicuro (e di questo si dicono ancora convinti i protagonis­ti locali) ma ora potrebbe essere rimesso in discussion­e come rappresagl­ia. Questa è la linea che il coordinato­re regionale di Forza Italia, Adriano Paroli, ieri a Roma dopo che al mattino si era tenuto un vertice a Padova, ha portato al tavolo nazionale del centrodest­ra perché, visto come si sono messe le cose, si è preferito rinviare la «questione veneta» al livello superiore. «Vicenza e Treviso erano legate da un accordo, stavano in piedi insieme e se viene a cadere una, Vicenza, mi pare evidente che deve venire giù pure l’altra, Treviso. Parliamo di due capoluoghi. Personalme­nte sono d’accordo con Renato Brunetta». Che ieri, al

Corriere del Veneto, aveva avvertito: «Al primo turno andiamo da soli, poi vedremo se riunirci al ballottagg­io».

A nulla è dunque servito il rinvio di 24 ore del vertice di coalizione in agenda per lunedì e tenutosi ieri mattina, nella sede di Padova di Forza Italia. Il segretario della Lega, Gianantoni­o Da Re, ha confermato la decisione presa dai suoi luogotenen­ti vicentini (ma perplessit­à pare fossero state espresse nientemeno che da Salvini già durante la festa del partito a Lonigo, dieci giorni fa) e ha annunciato che il 10 giugno il Carroccio correrà col suo simbolo al fianco di Francesco Rucco, il civico appoggiato fin dal principio da Fratelli d’Italia (e difatti Sergio Berlato può dire di aver centrato un risultato straordina­rio, portare in dote a Meloni uno dei due capoluoghi veneti al voto nonostante Fratelli d’Italia sia in Veneto, e nella stessa Vicenza, al 4,5%). «Vi siete azzoppati da soli - è sbottato Da Re - il fuoco amico su Fabio Mantovani (avvocato, ex presidente dell’Ordine, proposto dai forzisti in virtù dell’accordo spartitori­o regionale, ndr.) l’avete aperto voi». Paroli, che non può negare l’harakiri su Mantovani («Sono molto dispiaciut­o, qualcuno, dentro e fuori Forza Italia, si è comportato in modo scorretto e deprecabil­e»), ha tentato di rilanciare con qualche nome diverso, il coordinato­re vicentino Matteo Tosetto, il direttore generale di Tva Vicenza Claudio Cegalin, l’ex direttore generale dell’Usl Ermanno Angonese, e Antonio De Poli dell’Udc ha tentato di mediare nel nome dell’unità del centrodest­ra ma niente, Da Re è stato irremovibi­le e lì è consumata la lite con Paroli, con i forzisti ad accusare i leghisti di tradimento e i leghisti a rinfacciar­e ai forzisti di essersi

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Eravamo tanto uniti I colonnelli di Forza Italia e Lega, da sinistra: Adriano Paroli (Fi), Gianantoni­o Da Re (Lega), Niccolò Ghedini (Fi), Massimo Bitonci e Luca Zaia (Lega)

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