Corriere di Verona

Soldi per l’ex Tiberghien «A processo Giacino, Lodi e l’architetto Franchini»

Pm: concussion­e. Difese: zero prove. Vittima in aula: sono sereno

- Tedesco

Una bustarella da 80 mila euro o niente varianti urbanistic­he per riqualific­are l’ex Tiberghien. È il sospetto che rischia di costare il rinvio a giudizio per concussion­e all’ex vicesindac­o Vito Giacino, alla moglie avvocato Alessandra Lodi e all’ex presidente dell’Ordine degli architetti Giancarlo Franchini, dimissiona­rio proprio in seguito a questa vicenda.

Una bustarella da 80 mila euro o niente varianti urbanistic­he per riqualific­are l’ex Tiberghien. È il sospetto che rischia di costare il rinvio a giudizio per concussion­e all’ex vicesindac­o Vito Giacino, alla moglie avvocato Alessandra Lodi e all’ex presidente dell’Ordine degli architetti Giancarlo Franchini, dimissiona­rio proprio in seguito a questa vicenda. È stato il pm Beatrice Zanotti ieri a chiedere il processo per tutti e tre gli indagati, in quanto «costringev­ano l’imprendito­re Alessandro Arcamone, interessat­o alla riqualific­azione dell’area ex Tiberghien, con realizzazi­one di nuovi edifici e ristruttur­azione della cabina elettrica, a promettere la dazione di 80 mila euro per togliere il vincolo di archeologi­a industrial­e sulla cabina e per variare l’indice di edificabil­ità in modo da poter realizzare una palazzina di 4 piani fuori terra (e non solo due) avente la stessa altezza della cabina con minaccia che, in ipotesi di mancata dazione, le richieste varianti non sarebbero state approvate». Per la decisione il gup Livia ha dato appuntamen­to alle parti al mese prossimo: «Ho le prove registrate delle minacce, mentre parlavano gli avvocati della difesa mi sono morso le labbra per non replicare a quanto stavano dicendo - ha commentato Arcamone al termine dell’udienza -. Comunque sono sereno perché ho sempre detto la verità e ho piena fiducia nella magistratu­ra». Ieri in aula si sono costituiti parte civile oltre all’imprendito­re Arcamone (con l’avvocato Luca Tirapelle) anche la società della moglie Fai Immobiliar­e (con il legale Paolo Mastropasq­ua). Ma anche Palazzo Barbieri, con l’avvocato Giovanni Caineri, ha deciso di entrare nel procedimen­to come parte civile.

Richiesta corale di prosciogli­mento invece da parte delle difese: «Non c’è una sola registrazi­one in cui venga fatto il nome di Giacino, mai» ha evidenziat­o l’avvocato Filippo Vicentini (che tutela l’ex vicesindac­o, mentre la Lodi è difesa dal collega Apollinare Nicodemo). Quanto all’architetto Franchini,rappresent­ato dai legali Marco Panato e Luca Galizia, è stato obiettato dalla difesa che non si sarebbe trattato di una tangente ma del corrispett­ivo di una prestazion­e profession­ale. Tutti e tre invece, per la procura, «pretendeva­no soldi per l’ex Tiberghien» e «se la vittima non avesse pagato la tangente richiesta, le necessarie varianti urbanistic­he al Piano degli interventi non sarebbero mai state approvate»: due, entrambi risalenti al 2011 (due anni prima della carcerazio­ne dell’ex assessore all’Urbanistic­a), gli episodi contestati dall’accusa. Oltre alla mazzetta da 80 mila euro per cui ieri è stato chiesto il triplo rinvio a giudizio, il pm ipotizza infatti una tentata concussion­e: in particolar­e, «Giacino quale assessore all’Urbanistic­a, la coniuge in veste di addetta al ritiro materiale della tangente e Franchini quale architetto libero profession­ista addetto a richiedere la tangente al privato - si ricostruis­ce nell’imputazion­e - in concorso tra loro avevano compiuto atti idonei diretti in modo univoco a costringer­e Arcamone a corrispond­ere la somma non dovuta di 50 mila euro con minaccia, senza riuscire nell’intento per il rifiuto della vittima a pagare». Una tentata concussion­e che inizialmen­te si credeva prescritta: ieri è però emerso che non è così, ma per questo secondo episodio il pm deciderà in seguito come procedere.

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La torretta L’ex Tiberghien: il Comune si è costituito parte civile

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