Corriere di Verona

Difesa colabrodo, attacco sterile: la discesa verso la B

Dalla vittoria del derby a oggi: numeri horror e destino ormai segnato

- Fontana

Un crollo in sette partite. VERONA Era il 10 marzo quando il Verona, battendo nel derby il Chievo, «sentì» che la salvezza non era più un sogno irrealizza­bile. La classifica, alla fine del ventottesi­mo turno, diceva che l’Hellas, con 22 punti, era penultimo, ma che due lunghezze sopra c’erano il Crotone, il Sassuolo e la Spal, che tra l’altro aveva disputato una partita in più.

Proprio il Chievo era a 25, a 26 il Cagliari. I giochi erano apertissim­i. Rimaneva da recuperare, inoltre, la gara di Benevento. Non è passato molto tempo da allora. In quarantaqu­attro giorni il Verona ha gettato all’aria tutto quel che, tra mille difficoltà, aveva costruito nei mesi precedenti. Ossia, l’ambizione di provare a restare in Serie A fino alla fine, con la speranza di completare l’impresa in una volata che doveva essere accesa.

Si è annacquato, l’Hellas, andando a picco senza chance di potercela fare. Le dichiarazi­oni di prassi dei protagonis­ti, la filastrocc­a che vuole che non si molli, va a cozzare con la realtà delle statistich­e. Una tempesta perfetta che è cadenzata da risultati disastrosi. Dalla partita con il Chievo in avanti, infatti, l’Hellas ha perso per sei volte e ha vinto soltanto in un’occasione, con il Cagliari al Bentegodi, nel giorno in cui l’esonero di Fabio Pecchia, in caso di esito negativo della sfida, sarebbe stato certo.

Prima e dopo ci sono state le sconfitte per 5-0 con l’Atalanta, per 3-0 con l’Inter e col Benevento, per 2-0 con il Bologna, per 1-0 col Sassuolo e per 3-1 con il Genoa. In casa o in trasferta, il Verona è rimasto a secco, come se da un momento all’altro la poca benzina della scalcagnat­a macchina gialloblù si fosse esaurita. Impietosi sono i dati che riguardano i gol fatti e subiti. L’Hellas ha incassato, in questo periodo, 17 reti – in media, poco meno di 2.5 a partita –, segnandone soltanto due, entrambe su calcio di rigore, con Romulo. Quanto ai gol su azione, il digiuno del Verona è da traversata nel deserto: l’ultimo l’ha firmato Antonio Caracciolo, e fu quello che valse il successo con il Chievo. Era il 7’ del secondo tempo, cosa che significa che l’Hellas, eccezion fatta per i penalty, è a secco da 568’. Un’enormità. Ha inciso molto l’infortunio che ha bloccato Moise Kean, attaccante che con i suoi 4 gol rimane il giocatore più prolifico del Verona (alla pari con Pazzini, che però ha segnato soltanto su rigore), ma la giustifica­zione si perde a fronte della constatazi­one proposta da altri numeri. L’Hellas ha calciato nello specchio della porta per 17 volte in queste sette partite: altro dato che evidenzia la scarsa produttivi­tà offensiva dei gialloblù, soprattutt­o in rapporto alle tante reti prese. La difesa del Verona rimane la seconda più perforata del campionato, con 68 reti al passivo. Peggio ha fatto il Benevento, con 78. Quanto ai gol fatti sono 27: pure questo parametro, che fino a poche settimane fa piazzava l’Hellas in una posizione accettabil­e tra le squadre della bassa classifica, è drasticame­nte scemato: escluso il Sassuolo (25 reti fatte) il Verona è la squadra che segna meno di tutta la A.

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 ??  ?? Festa e resa I giocatori del Genoa esultano dopo la vittoria, quelli del Verona a terra pensano alla serie B ormai a un passo
Festa e resa I giocatori del Genoa esultano dopo la vittoria, quelli del Verona a terra pensano alla serie B ormai a un passo

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