A4 Holding, l’ultima pulizia di bilancio prima della rivoluzione targata Atlantia
Chiude in rosso ma la concessionaria è in utile di 50 milioni. Ipotesi vendita, vertice Sboarina-Abertis
I numeri, in attesa della VERONA nuova rivoluzione negli assetti proprietari. L’autostrada Brescia-Padova si conferma solido generatore di profitti, mentre la controllante A4 Holding chiude la partita con le società che hanno creato grattacapi negli ultimi anni e registra una perdita di circa 5 milioni. Ieri la (veloce) doppia assemblea dei soci nella sede di Verona Sud: i conti della concessionaria autostradale registrano un utile netto di circa 50 milioni, specchio anche di un andamento del traffico da record, come la stessa società ha fatto sapere nelle scorse settimane. Diversa la riga finale del conto economico approvato dagli azionisti di A4 Holding: a fronte di 37 milioni circa di contributo in utili dalla Brescia-Padova (13 sono andati a riserva), ci sono svalutazioni dovute alla cessione di Infracom avvenuta la scorsa estate (intorno ai 20 milioni) e alle vicende della fallita Serenissima Costruzioni (22 milioni). Il risultato finale sarebbe quindi in rosso di circa 5 milioni. Cifra non comunicata dalla controllante Abertis, che con le ultime acquisizioni nei primi mesi del 2018 ormai detiene il 90% del capitale: sui documenti ufficiali del colosso spagnolo delle infrastrutture è rinvenibile, per le attività italiane, solo il dato dei ricavi, 423 milioni, e dell’Ebitda, 215 milioni. Nessuna informazione sul dividendo per i soci di A4 Holding, ma vista la perdita e considerata la maxi-distribuzione di riserve lo scorso anno («cedolone» da 50 milioni), è lecito attendersi che non verrà distribuito.
Ora, per il Comune di Verona, praticamente l’unico azionista pubblico rimasto con una quota di un minimo rilievo (ha il 4,65%) si pone il dilemma: restare o cedere? Il sindaco Federico Sboarina ieri ha fatto una rapida apparizione in assemblea, con lo scopo principale di fissare un appuntamento con i proprietari, cioé Abertis. Un incontro che si dovrebbe tenere già la prossima settimana: c’è il tema del traforo (i famosi 53 milioni di contributo) che non è tramontato definitivamente, ma c’è soprattutto l’ipotesi di uscire dalla società, andando a vedere l’eventuale offerta spagnola, che potrebbe riproporre lo stesso prezzo con cui sono state liquidate nei primi mesi dell’anno la Provincia di Verona e in parte quella di Vicenza. C’è anche il desiderio, da parte di Sboarina, di veder fuori dalla Brescia-Padova il suo presidente, ovvero Flavio Tosi, ma la questione non è di attualità perché l’incarico dell’ex sindaco va in scadenza a primavera 2019.
Di attualità, eccome, c’è invece il ritorno di A4 Holding in mani italiane. La complessa operazione che porterà all’acquisizione di Abertis è ancora da chiudere, ma quale sia la direzione lo dimostrano le parole recentissime di Giovanni Castellucci, ad di Atlantia e Autostrade per l’Italia: «Diventeremo i proprietari del tratto autostradale tra Brescia e Padova. Non ci saranno vincoli con l’Antitrust perché siamo in regime di monopolio regolato». E ancora: «Abbiamo le risorse per realizzare la quarta corsia nei tratti più critici della Brescia-Padova». Dichiarazioni di chi sa già che andrà a comandare.
Il tema, in prospettiva, diventa l’esistenza stessa del gruppo autostradale con sede nel palazzone bianco di Verona a lato casello: il ritorno sotto bandiera italiana potrebbe, paradossalmente, creare questo effetto, visto che la prossima proprietà ha le sue strutture a Roma. Probabilmente ci sarà un periodo, anche lungo, di transizione, ma questa è una delle domande che si dovrà porre Sboarina: chiedere garanzie sul futuro della società, magari restando azionista, oppure incassare vendendo una quota che relega ormai il Comune di Verona a una posizione isolata e, tutto sommato, ininfluente?