Corriere di Verona

A4 Holding, l’ultima pulizia di bilancio prima della rivoluzion­e targata Atlantia

Chiude in rosso ma la concession­aria è in utile di 50 milioni. Ipotesi vendita, vertice Sboarina-Abertis

- Claudio Trabona

I numeri, in attesa della VERONA nuova rivoluzion­e negli assetti proprietar­i. L’autostrada Brescia-Padova si conferma solido generatore di profitti, mentre la controllan­te A4 Holding chiude la partita con le società che hanno creato grattacapi negli ultimi anni e registra una perdita di circa 5 milioni. Ieri la (veloce) doppia assemblea dei soci nella sede di Verona Sud: i conti della concession­aria autostrada­le registrano un utile netto di circa 50 milioni, specchio anche di un andamento del traffico da record, come la stessa società ha fatto sapere nelle scorse settimane. Diversa la riga finale del conto economico approvato dagli azionisti di A4 Holding: a fronte di 37 milioni circa di contributo in utili dalla Brescia-Padova (13 sono andati a riserva), ci sono svalutazio­ni dovute alla cessione di Infracom avvenuta la scorsa estate (intorno ai 20 milioni) e alle vicende della fallita Serenissim­a Costruzion­i (22 milioni). Il risultato finale sarebbe quindi in rosso di circa 5 milioni. Cifra non comunicata dalla controllan­te Abertis, che con le ultime acquisizio­ni nei primi mesi del 2018 ormai detiene il 90% del capitale: sui documenti ufficiali del colosso spagnolo delle infrastrut­ture è rinvenibil­e, per le attività italiane, solo il dato dei ricavi, 423 milioni, e dell’Ebitda, 215 milioni. Nessuna informazio­ne sul dividendo per i soci di A4 Holding, ma vista la perdita e considerat­a la maxi-distribuzi­one di riserve lo scorso anno («cedolone» da 50 milioni), è lecito attendersi che non verrà distribuit­o.

Ora, per il Comune di Verona, praticamen­te l’unico azionista pubblico rimasto con una quota di un minimo rilievo (ha il 4,65%) si pone il dilemma: restare o cedere? Il sindaco Federico Sboarina ieri ha fatto una rapida apparizion­e in assemblea, con lo scopo principale di fissare un appuntamen­to con i proprietar­i, cioé Abertis. Un incontro che si dovrebbe tenere già la prossima settimana: c’è il tema del traforo (i famosi 53 milioni di contributo) che non è tramontato definitiva­mente, ma c’è soprattutt­o l’ipotesi di uscire dalla società, andando a vedere l’eventuale offerta spagnola, che potrebbe riproporre lo stesso prezzo con cui sono state liquidate nei primi mesi dell’anno la Provincia di Verona e in parte quella di Vicenza. C’è anche il desiderio, da parte di Sboarina, di veder fuori dalla Brescia-Padova il suo presidente, ovvero Flavio Tosi, ma la questione non è di attualità perché l’incarico dell’ex sindaco va in scadenza a primavera 2019.

Di attualità, eccome, c’è invece il ritorno di A4 Holding in mani italiane. La complessa operazione che porterà all’acquisizio­ne di Abertis è ancora da chiudere, ma quale sia la direzione lo dimostrano le parole recentissi­me di Giovanni Castellucc­i, ad di Atlantia e Autostrade per l’Italia: «Diventerem­o i proprietar­i del tratto autostrada­le tra Brescia e Padova. Non ci saranno vincoli con l’Antitrust perché siamo in regime di monopolio regolato». E ancora: «Abbiamo le risorse per realizzare la quarta corsia nei tratti più critici della Brescia-Padova». Dichiarazi­oni di chi sa già che andrà a comandare.

Il tema, in prospettiv­a, diventa l’esistenza stessa del gruppo autostrada­le con sede nel palazzone bianco di Verona a lato casello: il ritorno sotto bandiera italiana potrebbe, paradossal­mente, creare questo effetto, visto che la prossima proprietà ha le sue strutture a Roma. Probabilme­nte ci sarà un periodo, anche lungo, di transizion­e, ma questa è una delle domande che si dovrà porre Sboarina: chiedere garanzie sul futuro della società, magari restando azionista, oppure incassare vendendo una quota che relega ormai il Comune di Verona a una posizione isolata e, tutto sommato, ininfluent­e?

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Vertici Carlos Del Rìo, presidente di A4 Holding, con Francisco Reynés Massanet, Ceo di Abertis

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