Radovanovic, Birsa e l’ariete Stepinski Le frecce del Chievo
Il percorso è decisamente VERONA in salita, ma la salvezza è a portata di mano. Detto questo, il Chievo se la deve conquistare con la forza del gruppo e con qualche impennata dei singoli. Dal primo all’ultimo dei commilitoni, Maran chiama i suoi fanti da tempo a raccolta. La truppa risponde; da Milano in poi il Chievo gioca almeno da squadra. Messa la testa a posto, poco è tuttavia il fieno messo in cascina. Sei punti nelle ultime sette partite non sono certo da buttare, ma nemmeno rappresentano una dote sufficiente per dormire sonni tranquilli. Se la botta di Napoli e la sconfitta con l’Inter fanno male ma ci possono pure stare, la vittoria scialacquata con il Sassuolo è stata un delitto imperdonabile. Alla borsa del pallone, il Chievo mai deve dimenticare di essere un piccolo risparmiatore. Di rado ne abbiamo visto uno sprecare così tanto. Maran su questo punto è inflessibile. Rolly attinge a tutto l’organico; pedine ritenute fino a qualche mese fa inamovibili sulla scacchiera, sono sacrificate all’altare della causa salvezza.
Altre, rimaste a lungo ai margini, sono chiamate all’appello. In campo va chi sta meglio, recita il New Deal; poche storie, non si vive di rendita. L’obiettivo prima di tutto, da raggiungere a ogni costo; modulo e giocatori impiegati? In secondo piano. L’esempio viene da Ivan Radovanovic, arretrato nelle ultime tre gare da metronomo del centrocampo a regista difensivo nella linea a cinque. Scelta che sta pagando anche grazie al prezioso apporto che Rigoni sta fornendo con abnegazione in mezzo al campo. Scesagli negli ultimi tempi la catena, Valter Birsa da titolare indiscusso si è accomodato in panchina. L’ultima da titolare nel derby, quando fu sostituito a tre minuti dal termine. Poi solo scampoli. Impiegato negli ultimi venti minuti contro l’Inter, lo sloveno ha dato confortanti segnali di risveglio e guidato l’assalto finale. Chissà che non si sia ritrovato. Dopo sei panchine consecutive che sapevano di bocciatura, Maran ha riproposto Manuel Pucciarelli titolare nelle ultime due partite. Al di là del palo che grida vendetta, contro l’Inter, il pratese ha fornito una delle sue migliori prestazioni da quando è approdato alla diga. Un discorso a parte merita Mariusz Stepinski. Il ragazzotto ha forza, impeto, cattiveria, e fame, tre qualità da predatore d’area vero. Quattro volte titolare a fianco di Inglese, nelle ultime sette uscite l’ariete polacco ha ripagato la fiducia di Maran con tre stoccate vincenti. Gol e sportellate: da applausi il modo con cui ha interpretato i sette minuti che il tecnico gli ha concesso nel finale di domenica. A disposizione rimangono poi il pasdaran Meggiorini e l’highlander Pellissier, ora alle prese con la grana scommesse e il rinvio a giudizio.