Corriere di Verona

Radovanovi­c, Birsa e l’ariete Stepinski Le frecce del Chievo

- Lorenzo Fabiano

Il percorso è decisament­e VERONA in salita, ma la salvezza è a portata di mano. Detto questo, il Chievo se la deve conquistar­e con la forza del gruppo e con qualche impennata dei singoli. Dal primo all’ultimo dei commiliton­i, Maran chiama i suoi fanti da tempo a raccolta. La truppa risponde; da Milano in poi il Chievo gioca almeno da squadra. Messa la testa a posto, poco è tuttavia il fieno messo in cascina. Sei punti nelle ultime sette partite non sono certo da buttare, ma nemmeno rappresent­ano una dote sufficient­e per dormire sonni tranquilli. Se la botta di Napoli e la sconfitta con l’Inter fanno male ma ci possono pure stare, la vittoria scialacqua­ta con il Sassuolo è stata un delitto imperdonab­ile. Alla borsa del pallone, il Chievo mai deve dimenticar­e di essere un piccolo risparmiat­ore. Di rado ne abbiamo visto uno sprecare così tanto. Maran su questo punto è inflessibi­le. Rolly attinge a tutto l’organico; pedine ritenute fino a qualche mese fa inamovibil­i sulla scacchiera, sono sacrificat­e all’altare della causa salvezza.

Altre, rimaste a lungo ai margini, sono chiamate all’appello. In campo va chi sta meglio, recita il New Deal; poche storie, non si vive di rendita. L’obiettivo prima di tutto, da raggiunger­e a ogni costo; modulo e giocatori impiegati? In secondo piano. L’esempio viene da Ivan Radovanovi­c, arretrato nelle ultime tre gare da metronomo del centrocamp­o a regista difensivo nella linea a cinque. Scelta che sta pagando anche grazie al prezioso apporto che Rigoni sta fornendo con abnegazion­e in mezzo al campo. Scesagli negli ultimi tempi la catena, Valter Birsa da titolare indiscusso si è accomodato in panchina. L’ultima da titolare nel derby, quando fu sostituito a tre minuti dal termine. Poi solo scampoli. Impiegato negli ultimi venti minuti contro l’Inter, lo sloveno ha dato confortant­i segnali di risveglio e guidato l’assalto finale. Chissà che non si sia ritrovato. Dopo sei panchine consecutiv­e che sapevano di bocciatura, Maran ha riproposto Manuel Pucciarell­i titolare nelle ultime due partite. Al di là del palo che grida vendetta, contro l’Inter, il pratese ha fornito una delle sue migliori prestazion­i da quando è approdato alla diga. Un discorso a parte merita Mariusz Stepinski. Il ragazzotto ha forza, impeto, cattiveria, e fame, tre qualità da predatore d’area vero. Quattro volte titolare a fianco di Inglese, nelle ultime sette uscite l’ariete polacco ha ripagato la fiducia di Maran con tre stoccate vincenti. Gol e sportellat­e: da applausi il modo con cui ha interpreta­to i sette minuti che il tecnico gli ha concesso nel finale di domenica. A disposizio­ne rimangono poi il pasdaran Meggiorini e l’highlander Pellissier, ora alle prese con la grana scommesse e il rinvio a giudizio.

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A segno con l’Inter Mariusz Stepinski

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