Lazise, nei guai sindaco e capo dei vigili
Multe e minacce, Sebastiano rischia il processo: «Mai violata la legge, lo dimostrerò»
Multe «indebitamente» cancellate (o mai inviate) e minacce. Il 20 giugno, dieci giorni dopo le amministrative che lo vedranno tentare la scalata al quarto mandato, il sindaco di Lazise Luca Sebastiano rischia il rinvio a giudizio insieme al comandante della polizia locale, Massimiliano Gianfriddo. Sotto accusa anche altre tre persone, ma il primo cittadino non ci sta: «Mai violato la legge. Alla fine, in tribunale emergerà la mia assoluta estraneità alle accuse».
Multe «indebitamente» cancellate (o mai inviate) e minacce. Il 20 giugno, dieci giorni dopo le amministrative che lo vedranno tentare la scalata al quarto mandato, il sindaco di Lazise Luca Sebastiano rischia il rinvio a giudizio insieme al comandante della polizia locale, Massimiliano Gianfriddo. Ma se per il primo cittadino le contestazioni della procura si limitano alla cancellazione di una contravvenzione e a un episodio di minaccia lamentato da due vigili, per il capo della municipale il capo d’imputazione risulta ben più articolato e comprende una decina di accuse,tra cui un falso in atto pubblico, 7 abusi d’ufficio, due minacce. Complessivamente, nella ricostruzione delineata al termine delle indagini preliminari dal pm Valeria Ardito, figurano 5 sanzioni che sarebbero state «tolte» senza la valida giustificazione richiesta dalla legge e altre 79 contravvenzioni, destinate ad automobilisti «beccati» a violare la Ztl, le cui raccomandate non sarebbero mai state inviate. Quanto ai due casi di minaccia, in entrambe le circostanze a farne le spese sarebbero stati dei vigili urbani.
Particolare degno di nota: a sollevare l’intero polverone facendo scattare le indagini della procura, sarebbero stati proprio alcuni vigili di Lazise, per l’esattezza sette. In ogni caso, l’ultima parola spetterà al giudice Luciano Gorra davanti a cui si terrà l’udienza preliminare: un appuntamento che vedrà chiamati al banco degli imputati, unitamente al primo cittadino e al comandante dei vigili urbani, anche Emanuele Brambilla, agente di polizia municipale a tempo determinato, e i privati cittadini Vincenzo Fanelli (pugliese) e Tranquillo Marai, quest’ultimo di Lazise. Tutti e tre, a parere dell’accusa, avrebbero dietro esplicita richiesta «beneficiato» dell’annullamento o del mancato invio della multa che li riguardava. Quanto ai 10 capi d’imputazione totali, si riferiscono all’arco di tempo racchiuso tra l’estate del 2015 e la fine del 2016: «Ma per quanto mi riguarda - commenta senza esitazioni il sindaco Sebastiano, difeso dai legali Roberto Canevaro e Stefano Baciga - attendo l’udienza con la massima serenità in quanto il sottoscritto non ha mai violato la legge e mai lo farebbe. Alla fine, in tribunale emergerà la mia assoluta estraneità ai fatti contestati che comunque, voglio sottolinearlo, si limitano a una multa cancellata e a una presunta minaccia». Una contravvenzione, quella di cui risponde il primo cittadino, «dell’ammontare di 25 euro che era destinata a un cittadino che stava scaricando alcuni farmaci». Al contrario, la procura ipotizza per quell’episodio l’«indebita cancellazione della multa» che avrebbe dovuto sanzionare la sosta sul marciapiede: non solo, perché il potere di archiviazione dei verbali risulterebbe di esclusiva competenza prefettizia. Quanto alle presunte minacce (la frase incriminata, rivolta a due vigili, sarebbe stata «vi distruggo, vi farò morire») , anche in questo caso «dall’udienza emergerà la verità, ovvero che si tratta solo di falsità». E chissà se, in aula, i 7 vigili che al momento figurano come parti lese chiederanno anche i danni.
"Il primo cittadino Mi contestano una sola sanzione: era da 25 euro e quel cittadino stava scaricando medicine