Corriere di Verona

La rievocazio­ne della «Carica di Pastrengo» Il generale Nistri: «Valori dell’Arma immutati nei tempi»

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(e.p.) I colpi di moschetto esplosi dagli asburgici schierati nelle loro divise d’epoca alla destra del palco d’onore. E poi gli squilli di tromba, ad anticipare la comparsa dei carabinier­i a cavallo. Al galoppo con le sciabole sguainate, proprio come quel 30 aprile del 1848. Quando i tre squadroni del maggiore Negri di Sanfront respinsero le truppe del maresciall­o Radestzky, salvando la vita al re Carlo Alberto. È stata una cerimonia in forma solenne, quella che ieri ha celebrato il 170esimo anniversar­io della «Carica di Pastrengo», battaglia epica della prima Guerra di Indipenden­za. E nel piccolo centro gardesano, ieri, è arrivato anche il comandante generale dell’Arma, generale di corpo d’armata Giovanni Nistri che ha voluto mettere in chiaro il senso di una cerimonia a distanza di oltre un secolo e mezzo. «Certo i carabinier­i di oggi sono diversi da quegli uomini di allora, ma con la stessa adesione a determinat­i valori di dedizione, impegno e senso del dovere» ha detto ricordando anche Enrico Frassanito e Ciro De Vita. «Ieri salvaguard­arono il re, il sovrano - ha proseguito -. Ma oggi chi esercita la sovranità? Il popolo. E i carabinier­i tutelano proprio il popolo. Essere qui oggi significa ricordare quel che l’Arma è stata, è e deve continuare a essere, cioè un corpo di persone che rispecchia il sentimento di quegli squadroni lanciati alla carica». Presenti il prefetto, il questore, i rappresent­anti delle forze di polizia, i sindaci della zona e i parlamenta­ri veronesi.

 ??  ?? La rievocazio­ne Al galoppo in alta uniforme. I Carabinier­i durante un momento della «Carica di Pastrengo»
La rievocazio­ne Al galoppo in alta uniforme. I Carabinier­i durante un momento della «Carica di Pastrengo»

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