Foto e filmati «a tradimento» Le colleghe: così ci molestava
Stalking in casa di riposo, prime testimonianze in aula
Foto e filmati «rubati» ai suoi colleghi. Teatro della vicenda, venuta alla luce poco più di un anno fa, la casa di riposo di Cologna, la «Domenico Cardo». Per Paolo Menegazzoli, 46 anni, veronese, il processo che lo vede chiamato al banco degli imputati è entrato nel vivo ieri davanti al giudice Claudio Prota: due le testimoni che hanno deposto in aula per l’accusa, che ipotizza i reati di interferenza illecita nella vita privata, trattamento illecito, molestie,atti persecutori. Difeso dall’avvocato Massimo Martini, Menegazzoli è stato citato direttamente a giudizio sulla base delle indagini condotte dal pubblico ministero Elisabetta Labate: in base alla sua ricostruzione, l’imputato avrebbe ripreso 7 delle 16 parti civili fotografandole nelle attività quotidiane più disparate, dalle pause-caffé alle conversazioni in corridoio, fino ai parcheggi (talvolta «selvaggi »). Nulla di peccaminoso, scene all’insegna della normalità in ogni contesto lavorativo. Peccato però che i soggetti di quelle svariate decine di scatti che il dipendente «fotografo» effettuava usando il proprio cellulare, ne fossero completamente all’oscuro. Ai danni delle altre 8 «vittime», invece, avrebbe attuato una serie di atti persecutori. Ieri, durante l’udienza, hanno sono state sentite una dipendente della struttura (a cui sarebbe stata scattata una foto «a tradimento») e un’addetta alle pulizie, secondo il cui racconto Menegazzoli l’avrebbe più volte ripresa senza ragione. Prossimo appuntamento in aula a fine maggio, quando deporranno altri testi del pm. Quindi, spazio a quelli della difesa.