Corriere di Verona

Melegatti a rischio non c’è alcun piano di salvataggi­o

Hausbrandt si defila, fallimento più vicino In crisi Domani il termine dei giudici, azienda senza soluzioni

- Samuele Nottegar © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il termine per presentare il piano di concordato per Melegatti scade domani, ma è praticamen­te certo che non succederà niente. Non verrà presentato nulla davanti ai giudici. La strada per il salvataggi­o dell’azienda dolciaria si fa sempre più stretta e il fallimento può avvicinars­i: si vocifera dell’interessam­ento di un fondo Usa, ma la notizia è che praticamen­te Hausbrandt, dopo grandi proclami, si è defilata dopo aver scoperto conti societari insostenib­ili.

Avrebbe dovuto essere il gran giorno per Melegatti, la data ultima entro cui presentare il tanto atteso piano di concordato dopo che, il 7 novembre, era stata depositata solo la domanda. E, invece, c’è ormai la certezza che domani nessun piano di concordato sarà depositato in tribunale. Un nuovo colpo di scena nell’intricata vicenda del salvataggi­o della storica azienda dolciaria veronese che questa volta prova un estremo e complicati­ssimo tentativo di evitare il fallimento aggrappand­osi ad un fondo internazio­nale. Quindi, se domani i profession­isti che rappresent­ano la società non depositera­nno nulla è perché la via scelta da Melegatti è un’altra. Presi contatti anche con commissari e tribunale, la strategia dovrebbe essere questa: scaduto il termine concesso (domani 7 maggio), la domanda di concordato dovrà essere dichiarata inammissib­ile dal tribunale. Tuttavia, c’è la possibilit­à per la società, in attesa dell’udienza che i giudici fissano per dichiarare lo stato della società, di depositare una nuova domanda di concordato, non più «in bianco» ma completa di piano e documenti. Normalment­e tra il termine entro cui presentare il piano, cioè domani, e l’udienza di inammissib­ilità/ fallimento non passano più di 20–25 giorni: è in questo brevissimo scorrere dei giorni che Melegatti sarà chiamata a presentare un piano di salvataggi­o e rilancio completo. Un compito veramente arduo visto che, nei 6 mesi passati dalla presentazi­one della domanda «in bianco» ad oggi, la società non è riuscita a presentare un piano sostenibil­e. In questo caso, però, Melegatti sarebbe coadiuvata dal sostegno esplicito di un nuovo fondo di inve- stimento, ancora ignoto, ma di livello internazio­nale e probabilme­nte americano. E questo è un ulteriore colpo di scena nella vicenda Melegatti. Si tratterebb­e, infatti, del terzo partner cui la società di San Giovanni Lupatoto si affida per evitare il fallimento. A novembre era stato Abalone Asset Management a sostenere Melegatti e a finanziare la mini campagna di Natale. L’avventura del fondo maltese, però, si concluse ai primi di febbraio con il mancato accordo tra i soci dell’azienda dolciaria e Abalone e senza il passaggio delle quote di controllo dell’azienda, ma apparentem­ente senza ulteriori strascichi legali. Pochi giorni dopo era entrato in scena Hausbrandt Trieste 1892. La storica azienda produttric­e di caffè, guidata da Fabrizio Zanetti, aveva in mente un ambizioso piano di rilancio industrial­e e commercial­e di Melegatti. Il vantaggio di essere un solido partner industrial­e e non solo finanziari­o aveva acceso serie speranze di salvataggi­o e di rinascita aziendale. Tuttavia, l’impresa di salvare Melegatti passando per concordato, affitto del ramo d’azienda e acquisto della società, deve essere stata troppo ardua anche per la società di Nervesa della Battaglia chiamata a constatare che i debiti di Melegatti non erano i 27 milioni di euro preventiva­ti, ma forse il doppio. Preso atto di ciò, Hausbrandt probabilme­nte ha fatto un passo indietro. Va detto, però, che senza un piano di concordato depositato, comunque, Hausbrandt non avrebbe potuto agire.Facoltà che, invece, forse sarà concessa al nuovo fondo di investimen­to, ma l’indice di difficoltà di questa operazione di salvataggi­o è altissimo.

 ??  ?? Illusione Fabrizio Zanetti (Hausbrandt) a febbraio davanti ai cancelli della Melegatti, insieme ai dipendenti. Dopo le promesse, anche lui pare essersi defilato
Illusione Fabrizio Zanetti (Hausbrandt) a febbraio davanti ai cancelli della Melegatti, insieme ai dipendenti. Dopo le promesse, anche lui pare essersi defilato

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