Corriere di Verona

Consumi, crisi superata per metà delle famiglie Molti ancora risparmian­o

L’indagine dell’osservator­io: molti ancora risparmian­o e il 7% è «in sofferenza»

- Orsato

A Verona la ripresa c’è, o meglio c’è stata. Lo dicono quei consumi che a partire dal 2016 sono cresciuti in tempi record avvicinand­osi ai periodi «pre-crisi». È quanto sottolinea l’ultimo rapporto dell’Osservator­io sui consumi dell’Università. Il campione d’indagine è di mille famiglie: il 18 per cento fino a marzo ha dovuto ridurre le spese, il 7 per cento risulta «in sofferenza».

La ripresa? A Verona c’è, o meglio c’è stata, e lo si vede dai consumi. Che a partire dal 2016 sono cresciuti in tempi record, avvicinand­osi ai periodi «pre-crisi» e distanzian­dosi dal resto d’Italia al punto da sembrare un altro Paese.

Sono le conclusion­i a cui è giunto l’ultimo rapporto dell’Osservator­io sui consumi dell’Università, a quattro anni dalla prima indagine, la stessa che, invece, aveva denunciato un calo dopo la batosta finanziari­a globale del 2008. Lo studio è stato portato avanti da una squadra di sociologi specializz­ata in lavoro e fenomeni economici, in collaboraz­ione diverse associazio­ne di consumator­i e di categorie: Adiconsum, Coldiretti e Federconsu­matori. Il campione Il campione ha riguardato 1.008 tra singoli e famiglie e i questionar­i sono stati raccolti dalla Swg di Trieste. Lo scopo è stato quello di indagare non solo le condizioni economiche dei nuclei familiari, ma anche la percezione della crisi ed i comportame­nti di consumo delle famiglie confrontan­doli con la situazione precedente.

I risultati

«Si nota un sensibile migliorame­nto delle condizioni sia oggettive che di soggettive delle famiglie veronesi - si legge nell’abstract, ossia il riassunto destinato agli “addetti ai lavori”, pubblicato dall’Osservator­io - con un decisa riduzione dei comportame­nti di restrizion­e precedente­mente imposti dalle difficoltà economiche, a cui si accompagna un deciso calo di queste difficoltà e una rinnovata fiducia nella congiuntur­a futura». Insomma, ottimismo. E lo si vede dai numeri: secondo i ricercator­i veronesi, per la metà delle famiglie residenti in città la crisi è ormai alle spalle.

L’altra metà invece fa ancora, a diversi livelli, «un po’ di economia» rispetto a un decennio fa. Ma è soprattutt­o per quanto riguarda le fasce in «sofferenza» che la differenza si fa pesante. In città vi rientra il 7% della popolazion­e.

Le conclusion­i

«A livello italiano - assicura Domenico Secondulfo, il docente che ha coordinato il team di ricerca - si è quasi ovunque sopra il 20%. Verona, e in diversa misura, il resto del Nordest, si distingue marcatamen­te dal resto della penisola: pensiamo che nel 2016 il 61% delle famiglie italiane aveva dovuto ridurre le spese nello stesso anno. Secondo i dati che abbiamo finito di raccoglier­e a fine marzo, a Verona questa percentual­e non va oltre il 18%».

Tutto oro quel che luccica? Assolutame­nte no. È lo stesso Secondulfo, infatti, a notare come il dato sui consumi si presti ad essere particolar­mente volatile. «Veniamo da una serie di lunghi anni di restrizion­i economiche - spiega - che hanno coinvolto una grande fetta della popolazion­e. Nel caso ci fosse un nuovo peggiorame­nto rispetto alla situazione attuale, come sembrano paventare alcuni scenari, un calo dei consumi sarebbe assolutame­nte repentino. Le persone hanno la memoria fresca e ritornereb­bero a risparmiar­e in maniera significat­iva».

Lo studio, che verrà presentato nel dettaglio la prossima settimana, ha fatto emergere un altro fenomeno: l’attenzione dei veronesi a «consumi e stili di vita che possono pervenire da istanze etiche, ambientali o salutiste». Il che significa acquisti sopra la medie di prodotti «a chilometri zero», ma anche delle linee «premium», di fascia alta, soprattutt­o nella frutta e nella verdura.

«C’è particolar­e attenzione al “fresco” - conclude Secondulfo - a cominciare dal cibo biologico ma c’è anche un’alta propension­e all’acquisto nelle linee di prodotti per il benessere, come, ad esempio, gli integrator­i alimentari. E in questi casi conta molto, anche, la fedeltà al marchio».

Domenico Secondulfo Nel caso ci fosse un nuovo peggiorame­nto il calo dei consumi sarebbe repentino e le persone ritornereb­bero a risparmiar­e

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Lo studio L’osservator­io dell’Università ha intervista­to 1.008 famiglie
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La fiducia Secondo lo studio molte famiglie hanno superato la crisi e guardano al futuro, anche economico, con fiducia tornando a spendere
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