Corriere di Verona

Bimbi non vaccinati, numeri choc Zaia: non faremo gli inquisitor­i

Gli inadempien­ti sono molti più del previsto, oltre 85 mila in Regione

- M.Bo- M.Za. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Vaccini e obbligo per accedere a nidi e materne. Dopo aver festeggiat­o, pochi giorni fa, l’aumento della copertura di gregge in Veneto, arrivano nuovi numeri dalla Regione. E per certi versi sono stupefacen­ti. I bambini non vaccinati i cui i genitori non hanno neppure preso un appuntamen­to «tattico» per una prima iniezione non sono poco più di 8000 come il Dipartimen­to di prevenzion­e riteneva bensì quasi il doppio: 14.458. Lo spartiacqu­e è stato il 30 aprile, ultimo giorno dell’ultima proroga concessa per poter continuare a portare i bimbi sotto i 6 anni al nido o alla scuola dell’infanzia con in mano almeno il famoso «appuntamen­to» con la propria Usl. Un appuntamen­to «tattico» appunto. Dal 2 maggio in poi è scattato lo stop sancito dal decreto Lorenzin. Entro quella data le scuole e i nidi hanno sollecitat­o e poi raccolto, bambino per bambino, i dati del libretto vaccinale poi puntualmen­te trasmessi alle Usl. Nei giorni scorsi non sono mancate le polemiche con l’accusa, ad esempio, della Fism, la federazion­e degli asili cattolici, alle Usl che non sarebbero state in grado di restituire gli elenchi definitivi dei bambini ammissibil­i in classe o no e con telefonate informali, sempre da parte delle aziende sanitarie sul «lasciar correre».

Ieri, sull’intera vicenda, il presidente della Regione Luca Zaia ha voluto mettere i puntini sulle «i». «Il governo Gentiloni - attacca il governator­e aveva studiato la proroga in modo tale da arrivare al voto e poi chi si è visto si è visto. Ma gli è andata male: a causa dello stallo, sono ancora tutti al loro posto mentre nelle scuole è il caos. Bisognereb­be domandare a loro il da farsi, non alla Regione». Quanto alla linea «morbida» tenuta dalla Regione aggiunge: «Zaia l’infame, l’untore, il no-vax, aveva fatto un decreto che diceva, con buonsenso: facciamo arrivare i bambini fino a fine anno, se ne discuterà poi, in vista di settembre. Me l’hanno impugnato e bocciato e ora che sta succedendo? Esattament­e la stessa cosa: di proroga in proroga, facendo finta di niente, si sta arrivando a fine anno. E lasciatemi dire che solo qui in Veneto, dove siamo asburgici nel guardare il cavillo, stiamo a discutere perché in tutte le altre Regioni si sta andando avanti come se il decreto Lorenzin non esistesse e nessuno dice niente». Da qui a dire, però, che da Palazzo Balbi sia partita un’indicazion­e di tolleranza il passo è lungo: «Io non ho dato indicazion­i alle Usl di dire alle scuole come comportars­i, non è nei miei poteri. - puntualizz­a - Ma una cosa è certa, non mando gli inquisitor­i nelle materne a prendere i bambini e sbatterli fuori. Ma scherziamo? Siamo di fronte ad una legge ridicola e antidemocr­atica, a cui dobbiamo rispondere con civiltà. Io sono favorevole ai vaccini, ma non all’obbligo e neppure a questo bombardame­nto a cui adesso vogliono sottoporre i bambini».

L’anagrafe vaccinale regionale, intanto, traccia il quadro definitivo: in regione sono inadempien­ti 85.676, tra bambini e ragazzi, tra gli zero e i 16 anni di cui 22.311 sotto i 6. Fra questi, chi ha almeno un appuntamen­to già fissato alla Usl è il 25,6% (21.964), quota che sale fra gli 0 e i 6 anni al 35,2% (7.853). E, rovesciand­o la medaglia, ci sono 63.712 bimbi e ragazzi entro i 16 anni inadempien­ti totali di cui 14.458 sotto i 6 anni. Fra le 9 Uls venete, la palma di territorio più inadempien­te con un totale di oltre il 12% di inadempien­ti totali va alla Usl Pedemontan­a, la zona del Bassanese che si è già distinta come orientata verso i no-vax.

Zaia Noi siamo asburgici, altrove ignorano il decreto Lorenzin

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