Melegatti, Shaw & Co si presenta in tribunale Il sindacato: strada in salita
Un incontro in tribunale, con la giudice Silvia Rizzuto per illustrare brevemente come si strutturerebbe il nuovo piano di concordato di Melegatti. Giocando quest’ultima carta, ieri, la società, assieme ai rappresentanti del fondo americano D. E. Shaw & Co, ha provato ad allontanare l’ipotesi di fallimento che cupamente aleggia sopra la storica società. A dimostrare l’importanza e probabilmente la drammaticità del momento, non solo il notevole staff di professionisti che hanno partecipato all’incontro, ma anche la presenza in prima persona di Emanuela Perazzoli dopo che, negli ultimi mesi, la stessa presidente di Melegatti aveva dilatato notevolmente gli impegni pubblici, compresi quelli istituzionali in Regione e Prefettura. Di fatto, dopo che Melegatti ha lasciato scadere il termine per presentare il piano di concordato, l’ultima possibilità di salvezza è rappresentata da questa partnership con il fondo americano. Ma servono fondi, parecchi milioni per rendere il piano sostenibile, e servono in tempi brevi, cosa che aumenta la difficoltà di realizzazione dell’operazione. Il fondo sembra essere disponibile a mettere sul piatto una cifra vicina ai 20 milioni di euro, ma non è detto che questo sia sufficiente e che ci siano le tempistiche necessarie a portare a termine il salvataggio. In più, se dovesse essere presentata in tribunale istanza di fallimento nei confronti di Melegatti, i giudici sarebbero tenuti a convocare l’udienza. Ipotesi, quella dell’istanza di fallimento, niente affatto remota, vista la mole di debiti accumulata dall’azienda dolciaria (si stima superiore ai 50 milioni) e tenuto conto che senza concordato i debiti, da lunedì hanno ricominciato a produrre interessi e quindi a crescere. Se il tribunale darà un’ultima chance a Melegatti lo si scoprirà nei prossimi giorni, intanto ieri i soci, dopo l’incontro in tribunale, si sono riuniti in un consiglio di amministrazione fiume, da cui nulla è trapelato. Rimane valida la comunicazione per cui «i vari advisor sono impegnati al fine di trovare una soluzione» come recitava la nota diffusa lunedì. «Era già in salita la strada prima – ha commentato Maurizio Tolotto di Fai Cisl Verona – adesso il percorso lo è ancora di più. Il fatto che nessuno abbia presentato il tanto atteso piano di concordato, non ha fatto altro che complicare ulteriormente la situazione, mettendo l’azienda in un vicolo strettisismo. Attendiamo di capire quali saranno gli scenari per decidere cosa fare insieme ai lavoratori». Per venerdì, in effetti, è stata convocata l’assemblea dei dipendenti di Melegatti: si discuterà per capire quali sono effettivamente i margini di manovra ancora in possesso dell’azienda. Nel frattempo, forse, si sarà delineata meglio anche la strategia ipotizzata dal fondo americano per salvare Melegatti dal fallimento e se davvero è possibile cullare quest’ultima speranza. Samuele Nottegar