Pazzini, bomber di lusso per l’Hellas in B L’attaccante rientrerà a Verona dalla Spagna: può restare, ma c’è l’ostacolo dello stipendio alto
C’è una stagione da finire e un’altra che già deve essere programmata. In questo senso, il primo rebus per il Verona si chiama Giampaolo Pazzini. Argomento scottante che parte da una duplice considerazione: la qualità del giocatore, da un lato. Sulla sponda opposta, il costo per le casse del club, che saranno sì sostenute dai 25 milioni del «paracadute» per la B, ma che torneranno ad avere in carico un ingaggio elevatissimo.
Il Pazzo, sulla base del contratto quinquennale firmato nel 2015 con l’Hellas – e in essere, dunque, fino al 30 giugno 2020 – percepisce circa 1.5 milioni di euro netti a stagione. Al lordo, si viaggia attorno ai 3 milioni. Un’enormità per un Verona in A, figuriamoci se si parla di cadetteria. Nel 2016-2017, però, Pazzini accettò di tagliarsi una fetta dello stipendio per rilanciare se stesso e l’Hellas, partendo dalla Serie B. Erano, quelli, i giorni in cui tra l’attaccante e il duo composto da Filippo Fusco e Fabio Pecchia era scoppiato l’idillio. Il Pazzo era al centro del progetto tattico del nuovo allenatore e coccolato dal direttore sportivo, che l’aveva convinto a restare e a fare un passo indietro sul piano economico per favorire la società. Niente a che vedere con quanto accaduto da agosto a gennaio scorso, con l’equivoco sull’impiego di Pazzini, subito finito in panchina per scelta tecnica.
I rapporti con Pecchia e Fusco sono divenuti glaciali. Le quattro reti firmate dal Pazzo su rigore sono state segnali sfumati, non sufficienti a superare le reciproche incomprensioni. Alla fine del mercato invernale è arrivata la cessione in prestito al Levante. In Spagna l’inizio dell’avventura di Pazzini è stato sensazionale: subito in gol contro il Real Madrid, autore del 2-2 finale nella sfida con i Blancos. Pareva essere il via a una favola, non è stato così. Se il Levante ha comunque conquistato la permanenza nella Liga, Pazzini ha visto il proprio impiego ridursi sempre di più. Di gol non ce ne sono stati altri. Il totale delle presenze ha toccato quota sette (e 400’) complessive. Spesso in panchina, talvolta infortunato, in un paio d’occasioni non convocato, sebbene il centravanti si sia ben calato nella realtà spagnola: il Levante difficilmente lo confermerà. E, andasse così, il Pazzo rientrerà a Verona. Non ci saranno più Pecchia e Fusco, l’area tecnica sarà formata da altri uomini, chiamati a dialogare con la punta per comprendere che via percorrere. Un fatto è certo: se utilizzato nel modo adeguato, com’è accaduto nella passata stagione, Pazzini è un giocatore determinante in B.
I suoi 23 gol furono decisivi per la promozione dell’Hellas. Rinunciare a un attaccante così sarebbe un azzardo, fermandosi a una considerazione tecnica. Il nodo grosso, tuttavia, è sempre quello: lo stipendio extra-large del Pazzo. Si trovasse una soluzione analoga a quella che fu individuata due anni fa, il rapporto potrebbe proseguire. Il Verona riporterebbe in casa un attaccante con pochi eguali tra i cadetti, Pazzini si rimetterebbe in gioco in una realtà cui è legato. Nell’agenda del ds che verrà (e dell’allenatore che sarà scelto) il suo nome è già appuntato e cerchiato in cima alla lista.