Gasdia a New York si racconta tra lirica e promozione
NEW YORK«Dagli spartiti e dal pentagramma agli spreadsheet dei bilanci aziendali», scherza il direttore della Casa Italiana della New York University, Stefano Albertini, presentando a un pubblico foltissimo Cecilia Gasdia, una celebre soprano che da qualche mese si è trasformata in manager diventando la sovrintendente dell’Arena di Verona.
L’occasione dell’incontro, che si svolge nel Global Center della più grande università privata d’America, è la presentazione della nuova campagna internazionale di promozione turistica del Veneto intitolata: «Veneto: the Land of Venice». La manifestazione, promossa dal console italiano a New York, Francesco Genuardi, è stata organizzata con la consulenza della DreamsFactory di Eugenio Magnani che, in linea col nome della sua società e grazie alla disponibilità dell’Arena, ha cercato di materializzare un sogno: trasformare una presentazione già di per sé seducente, coi filmati delle città d’arte venete, della stagione operistica dell’Arena, delle ville palladiane e delle Dolomiti, in un vero recital con tenori e soprani a intonare arie di opere di Puccini, Rossini, Verdi e Donizetti.
Di solito il padrone di casa, Albertini, ospita manifestazioni di questo tipo nella sala della Casa Italiana Zerilli Marimò, ma stavolta c’è voluta la Grand Hall della New York University, coi suoi 250 posti subito gremiti. Tutti ad applaudire, dopo aver ascoltato gli interventi introduttivi degli assessori al Turismo e alla Cultura del Veneto, Federico Caner e Cristiano Corazzari, il tenore Saimir Pirgu e la soprano Ruth Iniesta che hanno duettato su arie del
Rigoletto e della Traviata, eseguendo poi, individualmente, parti de
La Boheme, dell’Elisir d’amore e de Il Viaggio a Reims. Sempre accompagnati al pianoforte dalla Gasdia che con molta semplicità e una punta di commozione ha raccontato al pubblico la sua straordinaria avventura umana e professionale: una bambina nata a Verona nel 1960 che ha calcato giovanissima il palcoscenico dell’Arena come corista, poi come cantante è divenuta una star mondiale (il suo debutto alla Metropolitan di New York è del 1986) e ora che ha concluso la sua attività come soprano torna nella sua città. E si rimette a disposizione di Verona: prende la guida dell’Arena e, con essa, la responsabilità di tutto il personale di una straordinaria macchina operistica «a cielo aperto» che nell’estate 2018 metterà in scena 16 volte l’Aida, 13 volte la Carmen, 6 volte il Nabucco, 5 volte la Turandot e il Barbiere di Siviglia, intervallati da una Verdi Opera Night, e da una serata di Roberto Bolle and Friends.