Corriere di Verona

Sabotaggio al treno degli alpini

Danneggiat­e le centraline elettriche, pesanti ritardi. E protestano gli indipenden­tisti sudtiroles­i

- Priante

Un’accoglienz­a del tutto inedita per gli alpini all'adunata nazionale di Trento. Abituate a essere accolte ovunque con simpatia e a sfilare tra due ali di folla che applaude, le penne nere questa volta sono andate incontro ad attacchi anarchici, contestazi­oni da parte degli indipenden­tisti sudtiroles­i e, ieri mattina all’alba, anche a un sabotaggio sulle linee ferroviari­e verso la città.

Gli Alpini? Dimenticat­e la «carica folklorist­ica che si impregna di tradizione italica» e che li vorrebbe «degli innocui vecchietti che voglion solo far baldoria». Piuttosto, sono «un corpo militare coinvolto in tutto quell’orrore che la guerra comporta», un gruppo che andò «sempre a braccetto con Mussolini» e che «insieme al resto dell’esercito fascista non si è mai sottratto ai crimini contro l’umanità». Frasi pescate dal volantino diffuso da «Saperi Banditi», il gruppo di ispirazion­e anarchica che nei giorni scorsi ha occupato la Facoltà di Sociologia di Trento, proprio quella che nel Sessantott­o faceva della città quasi l’epicentro della contestazi­one studentesc­a italiana.

Fuori dal palazzo, hanno affisso striscioni con su scritto «Alpini assassini», «Una faccia da fiumi di vino, un cappello da lago di sangue», triste benvenuto alle cinquantam­ila Penne Nere (sulle trecentomi­la attese) che dal Veneto stanno arrivando in Trentino per l’Adunata nazionale.

Uno choc, per chi è abituato a sfilare tra gli applausi e a raccoglier­e cori di ringraziam­ento per quanto fatto nel campo della protezione civile o del volontaria­to. E invece questo rischia di essere ricordato come il raduno più travagliat­o della storia alpina. Un paio di notti fa, qualcuno ha lanciato dei sassi contro le vetrate di un negozio che espone gli oggetti ufficiali dell’Adunata, e ha tagliato i teli di alcuni stand. Forse un assaggio di quando promesso proprio dagli anarchici: «Ci rifiutiamo di assistere passivi alla sfilata».

Ecco perché - in assenza di rivendicaz­ioni - la pista anarchica sembra la più battuta dalla Digos che indaga sui due attentati incendiari che, poco prima dell’alba di ieri, hanno danneggiat­o le centraline elettriche ferroviari­e sulla linea Verona-Brennero, a Lavis, e sulla Valsugana, a Villazzano di Trento, provocando pesanti ritardi alla circolazio­ne dei treni diretti all’Adunata. E a mezzogiorn­o, un terzo episodio: è stata data alle fiamme una scatola di comando per lo scambio dei treni nelle vicinanze della stazione di Caldonazzo.

Il sabotaggio ha scatenato durissime reazioni politiche. L’assessore regionale Elena Donazzan (Fi) parla di «gesto inaccettab­ile» e se la prende con «i teppistell­i dei centri sociali»; mentre per il sindaco-alpino di Treviso, Giovanni Manildo (Pd), resta «l’amarezza per una ostilità che stride, ad esempio, con la trionfale accoglienz­a che riservò la mia città all’Adunata dello scorso anno». Infine, il governator­e Luca Zaia (che domenica assisterà alla sfilata) punta il dito contro le scritte degli anarchici, definite «deliranti, un atto spregevole».

Ma non sono soltanto gli antagonist­i a remare contro l’Adunata. Gli Schützen del Welschtiro­l (il territorio trentino sotto l’impero asburgico fino al 1918) parlano di una iniziativa inopportun­a. «Avevamo chiesto di non fare il raduno qui proprio nel centenario della Grande Guerra. Ma non ci hanno dato retta», spiega il landeskomm­andant (presidente) Enzo Cestari. «Bastava rimandare l’Adunata al 2020: francament­e non ci pareva il caso che si riunissero a Trento proprio quando ricorrono i cento anni da quando, con indosso la divisa austrounga­rica, i nostri nonni combattero­no contro gli Alpi-

ni. Per questo noi Schützen non parteciper­emo alla sfilata».

Il tripudio di Tricolori sventolant­i lungo le strade delle città che annualment­e ospitano i raduni delle Penne Nere, sono un colpo al cuore dei sud-tirolesi. Senza contare che domenica è atteso il presidente del Repubblica italiana Sergio Mattarella. Perché attentati e atti vandalici (sui muri, a poca distanza dai balconi foderati di bandiere, si leggono scritte tracciate con le bombolette spray: «Alpini stupratori») sono solo il culmine di una polemica che già da tempo ha assunto toni surreali. Come quando la Forst, birrificio altoatesin­o per eccellenza, firmò il contratto di sponsorizz­azione divenendo «La birra ufficiale dell’Adunata 2018». Apriti cielo. Gli attivisti del Junge Süd Tiroler Freiheit - il movimento giovanile del partito indipenden­tista bolzanino - si affrettaro­no a rispondere con un documento in cui si annunciava che avrebbero boicottato la «bionda» da tutti i loro eventi.

Come non bastassero anarchici e irredentis­ti, gli alpini che dal Veneto raggiunger­anno il Trentino dovranno guardarsi le spalle anche dai furbetti: la guardia di finanza ha già multato cinque distributo­ri di carburante che, in vista dell’Adunata, avevano rincarato il prezzo della benzina.

Ma in fondo, tra chi ha già montato le tende e brinda a vino rosso, tutto questo passa in secondo piano. Conta solo il grande raduno e ciò che rappresent­a. «Dal 1972 a oggi ho mancato al massimo cinque Adunate, e posso assicurare che se ne vedono di tutti i colori», scrolla le spalle Raffaele Panno, ex presidente della sezione Ana di Treviso. «Perché anarchici, attentati, indipenden­tisti... Tutto questo verrà dimenticat­o nel momento stesso in cui, come ogni anno, comincerem­o a sfilare».

Gli Schützen Inopportun­o fare l’Adunata a Trento proprio nel centenario della Grande Guerra

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«Alpini assassini», uno dei manifesti comparsi a Trento
Le scritte «Alpini assassini», uno dei manifesti comparsi a Trento
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