LE CITTÀ AL TEMPO DI AMAZON
Nel solo 2017 gli Stati Uniti hanno letteralmente visto perdere, nell’ambito del commercio, circa 70.000 posti di lavoro, con oltre 7.000 punti vendita che hanno dovuto chiudere i battenti; numeri che, però, non hanno modificato il tasso di disoccupazione, in quanto altri lavoratori sono stati riassorbiti, ad esempio, nel comparto della logistica, dei servizi, della formazione, della sanità e della tecnologia.
Contemporaneamente il colosso dell’e-commerce Amazon ha visto più che triplicarsi il numero dei propri dipendenti negli ultimi tre anni, arrivando a circa 566.000 unità.
Sono alcuni riferimenti di sintesi che descrivono efficacemente come, in tempi molto rapidi, il mercato del lavoro americano stia cambiando pelle e con esso anche le necessarie competenze ricercate dalle imprese.
Ci sono varie motivazioni alla base di questa trasformazione – retail apocalypse, come addirittura ridenominato dai alcuni media stranieri –: una certamente evidente, ed oggetto di recente anche di un ampio approfondimento con un’ìnchiesta proprio sulle pagine del Corriere del Veneto, è l’esplosione dell’e-commerce e degli acquisti on-line che, per l’Italia, valgono, nel solo anno solare scorso, quasi 24 miliardi di euro, con una crescita del 17% rispetto al 2016, e dove, considerando unicamente il Veneto, sono stati consegnati nell’ultimo anno quasi sei milioni di «pacchettini».
Le implicazioni di questo più lenta metamorfosi italiana delle modalità di acquisto per alcuni settori merceologici necessitano di una attenta riflessione, anche solamente per non venire travolti dagli eventi e provare, almeno per una volta, a governare il cambiamento.
Provare a vedere come questo fenomeno possa impattare sullo sviluppo urbanistico ed immobiliare delle aree metropolitane e su come sia possibile riorganizzare i flussi sempre più numerosi e frequenti di veicoli commerciali che transitano nei centri urbani per servire il cliente finale.
È una logistica delle merci urbana molto diversa da quella tradizionale, finalizzata ai punti vendita fisici: è fatta di parcellizzazione delle consegne e di frenetica ricerca della riduzione dei tempi di consegna.
Tutto questo crea anche un inevitabile cambiamento strutturale del mercato del lavoro, un aggiornamento continuo della formazione scolastica professionale e un controllo del territorio con nuove risposte alla mobilità.
La politica deve comprendere come sia necessario attuare scelte strategiche di ampia prospettiva temporale, all’interno di un nuovo sistema di regole in cui deve trovare priorità anche uno sviluppo urbano più sostenibile e, in generale, che ponga le condizioni per contesti urbani più intelligenti. Smart cities, per l’appunto.
Che per le città del Veneto può trasformarsi da utopia in prospettiva concreta, con un miglioramento sensibile delle condizioni di mobilità e di vivibilità dei propri cittadini e dei milioni di turisti che continuamente accorrono a visitare le diverse, e tutte speciali, bellezze della nostra Regione