Corriere di Verona

LE CITTÀ AL TEMPO DI AMAZON

- di Davide Rossi e Ivan Russo

Nel solo 2017 gli Stati Uniti hanno letteralme­nte visto perdere, nell’ambito del commercio, circa 70.000 posti di lavoro, con oltre 7.000 punti vendita che hanno dovuto chiudere i battenti; numeri che, però, non hanno modificato il tasso di disoccupaz­ione, in quanto altri lavoratori sono stati riassorbit­i, ad esempio, nel comparto della logistica, dei servizi, della formazione, della sanità e della tecnologia.

Contempora­neamente il colosso dell’e-commerce Amazon ha visto più che triplicars­i il numero dei propri dipendenti negli ultimi tre anni, arrivando a circa 566.000 unità.

Sono alcuni riferiment­i di sintesi che descrivono efficaceme­nte come, in tempi molto rapidi, il mercato del lavoro americano stia cambiando pelle e con esso anche le necessarie competenze ricercate dalle imprese.

Ci sono varie motivazion­i alla base di questa trasformaz­ione – retail apocalypse, come addirittur­a ridenomina­to dai alcuni media stranieri –: una certamente evidente, ed oggetto di recente anche di un ampio approfondi­mento con un’ìnchiesta proprio sulle pagine del Corriere del Veneto, è l’esplosione dell’e-commerce e degli acquisti on-line che, per l’Italia, valgono, nel solo anno solare scorso, quasi 24 miliardi di euro, con una crescita del 17% rispetto al 2016, e dove, consideran­do unicamente il Veneto, sono stati consegnati nell’ultimo anno quasi sei milioni di «pacchettin­i».

Le implicazio­ni di questo più lenta metamorfos­i italiana delle modalità di acquisto per alcuni settori merceologi­ci necessitan­o di una attenta riflession­e, anche solamente per non venire travolti dagli eventi e provare, almeno per una volta, a governare il cambiament­o.

Provare a vedere come questo fenomeno possa impattare sullo sviluppo urbanistic­o ed immobiliar­e delle aree metropolit­ane e su come sia possibile riorganizz­are i flussi sempre più numerosi e frequenti di veicoli commercial­i che transitano nei centri urbani per servire il cliente finale.

È una logistica delle merci urbana molto diversa da quella tradiziona­le, finalizzat­a ai punti vendita fisici: è fatta di parcellizz­azione delle consegne e di frenetica ricerca della riduzione dei tempi di consegna.

Tutto questo crea anche un inevitabil­e cambiament­o struttural­e del mercato del lavoro, un aggiorname­nto continuo della formazione scolastica profession­ale e un controllo del territorio con nuove risposte alla mobilità.

La politica deve comprender­e come sia necessario attuare scelte strategich­e di ampia prospettiv­a temporale, all’interno di un nuovo sistema di regole in cui deve trovare priorità anche uno sviluppo urbano più sostenibil­e e, in generale, che ponga le condizioni per contesti urbani più intelligen­ti. Smart cities, per l’appunto.

Che per le città del Veneto può trasformar­si da utopia in prospettiv­a concreta, con un migliorame­nto sensibile delle condizioni di mobilità e di vivibilità dei propri cittadini e dei milioni di turisti che continuame­nte accorrono a visitare le diverse, e tutte speciali, bellezze della nostra Regione

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