Corriere di Verona

Il generale Genovese: «Noi vogliamo unire, i vandali non ci fermano»

Da Treviso a Trento, l’organizzat­ore guarda avanti: «Vogliamo unire»

- di Francesco Chiamulera

Generale Renato Genovese, l’adunata degli Alpini di Trento comincia con gli scontri e le contestazi­oni. Addirittur­a con i sabotaggi...

«Il fatti di ieri notte non toccano minimament­e il nostro spirito, la nostra voglia di continuare questa bella camminata che è la adunata di Trento. Si tratta di vandali, di delinquent­i che non hanno il senso della cosa pubblica. Sperano di ottenere qualcosa, forse. È sicuro che non la avranno».

Lei aveva già guidato l’organizzaz­ione di altri raduni, come quello di Treviso, l’anno scorso. Com’è andato il lavoro di preparazio­ne di quest’anno?

«È stato estremamen­te intenso, anche duro, se vogliamo, ora che tutto confluisce qui, nel comitato organizzat­ore. Come ha detto, non sono un novizio: arrivo a Trento dopo le esperienze di Treviso e dell’Aquila. E sono realtà tutte diverse: un confronto è impossibil­e. Ma mi auguri che Trento bissi i numeri di Treviso». Cosa sta facendo in questo momento?

«Mille cose diverse. Poco fa c’era una riunione operativa. Ora, ad esempio, stiamo parlando con le imprese di pulizia. Vogliamo lasciare questa bella città come l’avevamo trovata».

Qual è il valore degli Alpini in una società in pace, com’è l’Italia di oggi?

«Gli Alpini sono una risorsa per la nostra nazione. Una forza di volontaria­to unitaria, gestita in modo tale da essere disponibil­e in ogni evenienza. Non vanno scambiati con una forza militare, che è un’altra cosa. Anzi, quello che fanno gli Alpini oggi semmai è aiutare a ricordare, perché gli errori del passato non si ripetano».

Gli Alpini hanno come scopo sociale di fare del bene per il Paese. La politica di oggi si mette al servizio come voi?

«Lasciamo alla politica il suo ruolo. Non desidero entrare nel dibattito partitico, non è il mio compito. Direi solo questo: la politica è fondamenta­le, ad esempio quando cerca di migliorare la equità tra i cittadini, quando si cura dello Stato sociale, quando pensa a come far sì che chi ha di meno migliori la propria condizione. La politica fine a sé stessa, invece, crea dei danni».

Le adunate di Treviso e di Trento hanno luogo in una regione ad alto tasso di autonomism­o. Che cos’è la Patria per voi nel 2018?

«La Patria è l’unità territoria­le italiana, decisa e realizzata con l’Unità. Quindi pur avendo risorse e componenti umane diverse dobbiamo cercare di trovare quello che ci unisce e non quello che ci divide. Il Nordest è una grande macchina produttiva, come la Lombardia o il Piemonte; una zona d’Italia forse un po’ più fortunata di altre. Il dovere allora è la solidariet­à verso chi ha di meno».

A un anno dal grande successo di Treviso - un evento che ha fatto numeri storici che cosa sentite di avere imparato? Come gestire gli eccessi «alcolici» delle feste?

«Senta, a sfilare in questi giorni saranno ottantamil­a Alpini, a partecipar­e saranno seicentomi­la persone: la stragrande maggioranz­a sono nonni e padri di famiglia, figuriamoc­i se interessa loro fare goliardate. Chi partecipa vuole gioire, stare bene in allegria, come quando era in servizio. Le intemperan­ze sono di pochi, gente che non ha niente a che fare con la nostra associazio­ne. Si infilano da estranei in un evento che conta centinaia di migliaia di persone».

I doveri morali Il Nordest è una grande macchina produttiva, una zona d’Italia forse più fortunata di altre. Il dovere è la solidariet­à verso chi ha di meno Le forze militari Gli Alpini sono una risorsa per la nazione. Una forza di volontaria­to unitaria, non vanno scambiati con una forza militare che è altra cosa

 ??  ?? Vittoriese Sopra, in foto, il generale degli Alpini Renato Genovese
Vittoriese Sopra, in foto, il generale degli Alpini Renato Genovese

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy