Pignorati i terreni di Leardini San Rocchetto va all’asta, ma non sarà più area edificabile
(l.a.) C’è una ulteriore complicazione nella vicenda Leardini, che da anni tiene banco nel mondo politico e amministrativo. L’imprenditore Alessandro Leardini è stato infatti il grande accusatore dell’ex vicesindaco Vito Giacino. Leardini, peraltro non navigherebbe più in buone acque e ha subito dei pignoramenti. A essere pignorati, tra gli altri, sono proprio i terreni di Quinzano (San Rocchetto) oggetto di una interminabile disputa con Palazzo Barbieri. La giunta Tosi aveva bocciato il progetto di renderli edificabili, c’era stato un ricorso al Tar, la giunta Sboarina in un primo tempo li aveva promossi e poi li ha bocciati, facendoli tornare non edificabili. Ma ecco la complicazione ulteriore. Nel bando di vendita all’asta, i terreni di Quinzano vengono definiti invece «edificabili». La perizia di stima li valuta 2 milioni e 250.150 euro. Ma se la giunta comunale li renderà non edificabili, il valore è destinato a scendere. Con possibili cause e controcause legali.
Primo ad accorgersi del nuovo «giallo», Michele Bertucco (Sinistra e Verona in Comune) sottolinea che dopo il pignoramento «quei terreni non sono più di proprietà di Leardini, titolare della proposta urbanistica originaria». Bertucco ricorda la lettera inviata nei giorni scorsi da uno studio legale veronese (lo studio Pasquini-CavalloPasquali) ai consiglieri della commissione Urbanistica per avvertirli sugli «ingentissimi danni» che potrebbe provocare la mancata rivalutazione di San Rocchetto. Ma proprio questo, ecco la domanda: «Se il bene formalmente non è più di nessuno, - dice Bertucco - chi poteva avere l’interesse di intervenire in maniera così pesante per cercare di condizionare la libera espressione della volontà del Consiglio comunale, considerato che la giunta ha già messo in chiaro che i terreni non sono più edificabili? Forse qualcuno ci ha messo o rimesso gli occhi sopra e tenta di preservarne il valore?».