«Cattolici no-gender penetrati in politica? Verona laboratorio»
«L’opposizione alla “teoria del gender” è il collante di un certo tipo di cattolicesimo militante, che ha avuto un successo inimmaginabile. E Verona è uno dei laboratori di questi movimenti». Nel giorno in cui impazzano le polemiche, le ultime di una lunga serie, su due diversi eventi che affrontano il tema dell’omosessualità - lo spettacolo del Camploy e il convegno del 25 maggio all’università - in una libreria di Verona, la Libre di Interrato dell’Acqua Morta, è stato presentato un libro che parla proprio dei movimenti che si sono contraddistinti per opporsi alle istanze più lgbt-friendly, «La crociata antigender», edito da Kaplan. Lo ha scritto una coppia di ricercatori universitari, Sara Garbagnoli (della Sorbona) e Massimo Prearo, dell’Università di Verona. Il secondo è uno dei relatori che parteciperà alla giornata di studio sui «migranti e l’identità di genere» in programma per il 25 maggio. «Ci penseranno gli organi direttivi dell’università - ha precisato fin da subito - a chiarire la posizione dell’istituzione» (vedi sopra, il rettore Sartor, ndr). Ma allo stesso tempo Prearo ripercorre la storia del «movimentismo» cattolico antigender che fa risalire, al 1995, con l’opposizione alla dichiarazione dei diritti delle donne avvenuta nel corso della conferenza Onu a Pechino. Ma la versione «2.0», secondo il docente di Scienza Politica arriva dopo. «E Verona afferma - è stata una delle prime piazze dove il movimento si è affacciato: penso al convegno “La teoria del gender: per l’uomo o contro l’uomo?”, tenutosi in Gran Guardia nel 2013, con il sostegno del Comune. Fu una delle prime occasioni in cui venne adoperato questo termine, peraltro scorretto, ma che ha avuto molta fortuna ed è stato anche imposto nell’agenda». Quanto pesano adesso i «Think-tank» no gender? «Hanno un forte impatto, anche a livello nazionale: sono riusciti a penetrare i programmi di alcune forze politiche, oltre che a riunirsi in un partito, il Popolo della Famiglia. Ma fra queste due anime, partitica e movimentista, c’è un po’ di contrasto. Come c’è del contrasto in seno alla Chiesa Cattolica: le ali più radicali causano imbarazzo ai vertici».