Peppina, la nutria di città salvata a Porta Vescovo «Era terrorizzata. E c’era chi si faceva i selfie con lei»
(d.o.) Peppina è stata salvata. Per portarla via la strada è stata transennata e cinque volontari di un gruppo animalista le si sono avvicinati con una gabbietta, dalla quale è stata fatta uscire poco dopo, nella zona del parco dell’Adige. Peppina, una nutria che ha avuto il suo quarto d’ora di celebrità in quel di Porta Vescovo e l’onore, raro per la sua specie, di essere battezzata, non ha seguito il destino dei 7.128 animali con cui condivide il patrimonio genetico, uccisi in provincia di Verona nel solo 2017. Non per sbaglio, bensì da squadre di cacciatori appositamente messe in piedi per «eradicare la presenza della specie infestante dal territorio», come ha affermato il presidente della Provincia, Antonio Pastorello. Ma, apparentemente, Peppina non è una nutria come tutte le altre. Si è fatta trovare, poco prima delle otto del mattina, poco lontano da Porta Vescovo, in una delle zone più trafficate della città. I pendolari, gli studenti che stavano andando a scuola con l’autobus l’hanno notata poco lontano dalla fermata di via Barana, imbucata sotto la serranda di una tabaccheria. Sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia municipale, chiamati da alcuni passanti. Il via vai di persone è stato notato anche dalla presidente di un’onlus, «Tribù animale», che ha deciso di agire: «Era terrorizzata - dice non riusciva a muoversi. Come se non bastasse c’era la gente che voleva a tutti i costi farsi un selfie con lei». Fatta entrare nella gabbia, è stata rimessa in libertà in pochi minuti, scomparendo in riva all’Adige (si vede in un video pubblicato online). Unendosi alla folta comunità di nutrie (250mila) che, per legge, andrebbe sterminata.